«Benjamin si ricordò che un mese prima il suo amico Scholem gli aveva detto di aver letto un romanzo appena pubblicato a Vienna intitolato Auto da fé. Ora, stando a Scholem, uno dei personaggi più straordinari di quel libro era un nano megalomane e millantatore di nome Fischerle: un nano che proprio al culmine della sua ascesa veniva strozzato e mutilato della gobba con un coltellaccio.
– Questi insetti bisognerebbe dargli una lezione!
– Vi dice niente il nome Fischerle?
– Mai sentito. Sarebbe?
– Il personaggio di un libro.
– Vi sembro uno che ha tempo per leggere libri, io?
– Eppure mi state vendendo segni d’interpunzione e pezzi di titolo, e quello scarafaggio l’avete chiamato Gregor…
– Che c’entra? Gli affari sono affari, bisogna pure arrangiarsi, no?»Tutto il ferro della torre Eiffel di Michele Mari
Tutto il ferro della torre Eiffel: La danza tra realtà e finzione in un romanzo labirintico, ironico, grottesco, sulfureo, surreale, erudito ed esoterico, che parla d’arte e letteratura nella fantastica cornice dei passage della Parigi d’inizio secolo.
Nel 1936 i falangisti fucilano Garcìa Lorca, Gide torna dal suo viaggio in Unione Sovietica, Hitler e Mussolini stabiliscono l’Asse Roma-Berlino, Céline consegna all’editore Denoël un rovente libello intitolato Mea culpa, a Milano muore la madre di Carlo Emilio Gadda. E anche la Parigi geometrica di Haussmann sembra pronta ad arrendersi a un destino di catastrofe. Solo i passages, in questo romanzo fantastico di Michele Mari, rimescolano i tempi storici facendo incontrare i vivi e i morti in un sottomondo onirico carico di reminiscenze e di premonizioni. Ci sono luoghi e tempi, nella Storia, in cui tutto si sfiora: il gioco doloroso e affascinante di questo libro è fermarsi sul crocevia, e provare a dar vita alle parole mai dette, alle più insospettabili affinità. Far dialogare il nano di Auto da fé con Louis Renault, la bambola di Alma Mahler amata da Kokoschka con gli scrittori morti suicidi, Lindbergh con il dottor Caligari, la nascita della modernità con il demone che la divora…
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