Tutti i racconti di Howard Phillips Lovecraft

«Attraverso le finestre del dormitorio si vedevano i lampi. Interrogai il nervoso messicano, riepilogando le possibili fonti di rumore:
“El coyote? … el perro? …el viento?”
Ma Romero non rispose. Poi, come scosso da un sacro timore, cominciò a sussurrare:
“El ritmo, señor… el ritmo de la tierra… QUELLE PULSAZIONI NEL TERRENO!”
Adesso le sentivo anch’io e tremavo senza sapere perché. Sotto di me, nel profondo della terra, si udiva un suono, o meglio un “ritmo”, proprio come aveva detto il peone; e benché lontanissimo sovrastava sia il verso del cane che quello del coyote e il fragore in aumento del temporale. Sarebbe inutile cercare di descriverlo, perché era qualcosa che sfugge alle parole. »

La scomparsa di Juan Romero – Tutti i racconti di Howard Phillips Lovecraft

TUTTI I RACCONTI di Howard Phillips Lovecraft: l’orrore cosmico degli imperdibili racconti che hanno ispirato generazioni di scrittori dalla penna del “solitario di Providence” il maestro del sovrannaturale.

Tutta la potenza creativa di Howard Phillips Lovecraft, un «Edgar Poe cosmico» che ben prima della Beat Generation ha offerto un radicale esempio di insofferenza per la visione conformista del reale espressa dalla società del suo tempo, si sprigiona da questo volume che ne raccoglie l’intera produzione. Oltre a tutti i capolavori, infatti, sono qui presenti i racconti giovanili e quelli scritti in collaborazione. Le traduzioni sono state capillarmente controllate sui testi dei manoscritti originali o delle prime edizioni americane, oppure su quelli confluiti nell’edizione definitiva preparata da S.T. Joshi per Arkham House. Fiorito negli anni a cavallo tra le due guerre, tra la ruggente età del jazz e la Depressione, Lovecraft ha esercitato un’influenza duratura su scrittori come Cocteau e Borges e tuttora affascina i lettori grazie a quella che il suo primo antologista italiano, Carlo Fruttero, ha definito una «prosa densa e aristocratica». Narratore di sogni e dell’inconscio, uomo posseduto dai suoi stessi incubi, più che a Poe Lovecraft è assimilabile a Kafka per il modo in cui ha saputo dare corpo con le parole alle angosce del suo tempo. Viaggiando con la pura forza del pensiero attraverso le galassie, egli scopre – e svela ai lettori – quanto l’universo sia luogo di meraviglie e nello stesso tempo di totale mancanza di senso. Le forze cosmiche non sono maligne, sono, leopardianamente, indifferenti. E l’opera di Lovecraft finisce così per dipingere davanti ai nostri occhi un mondo che è profondamente nostro, e insieme profondamente estraneo. Un mondo che non può essere normale perché la norma, semplicemente, non è mai esistita. «Un universo di meraviglie e di gloria» che ancora oggi ci costringe a farci domande che non hanno smesso di inquietarci.

A cura di Giuseppe Lippi.

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