La scala di Schild

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«[…] Viaggiare non è solo cambiare scenario, è spezzare i legami. – Con sorpresa si accorse di avere citato le parole di Mariama. Era una sua vecchia abitudine. – Non critico il fatto che sei generazioni possano lasciare insieme il pianeta e diventare Viaggiatori, ma il fatto che non resisterebbero insieme per molto tempo, senza imporsi regole ancor più ristrette di quelle che hanno lasciato.
– Oh, a volte sei proprio un maledetto ideologo! – rispose lei, con irritazione. – E non darmi dell’ipocrita, perché i neofiti sono sempre i peggiori.»

La scala di Schild di Greg Egan

La scala di Schild di Greg Egan: il complesso, raffinato e impegnativo romanzo di Fantascienza Hard del maestro del genere ricco di teorie scientifiche e implicazioni filosofiche, sociali e morali.

Fase 1: su una lontana stazione spaziale, Cass e altri scienziati creano una microscopica area di neo-vuoto, con particelle e leggi fisiche diverse da quelle della materia ordinaria. Fase 2: l’esperimento ha successo e il neo-vuoto si rivela più stabile non solo del previsto ma anche della materia ordinaria. Fase 3: sarà quest’ultima a soccombere. A poco a poco il neo-vuoto si allarga, divorando la stazione e i sistemi solari circostanti. Fase 4 (seicento anni dopo): l’umanità si è abituata all’idea di vivere in una sorta di continua fuga da questo mostro del cielo. Ma non tutti vogliono scappare, tanto più che adesso esiste la “Scala di Schild”, il sistema che permette il passaggio attraverso due universi…

La recensione

Egan è lo scrittore hard sci-fi per antonomasia.

Statene alla larga se non siete abituati al sottogenere perché è piuttosto borderline in questo senso, quindi molto impegnativo da leggere, in quanto la parte narrativa e di coinvolgimento emozionale è soverchiata da un lato scientifico che non fa crediti al lettore meno preparato su molti principi di fisica, in particolare di meccanica quantistica.

La base del romanzo infatti si ispira alla teoria della gravità quantistica a loop, rivista e interpretata come la “teoria dei grafi”, teoria quest’ultima, che nel romanzo sembra essere in grado di riunire il gap tra meccanica quantistica e relatività generale.

Il libro è altamente verosimile e rispetta in modo intransigente la vertigine e l’estraneità che un lettore dei nostri tempi può provare leggendo di culture e società umane così distanti nel tempo (e nello spazio), che hanno sviluppato tecnologie, stili di vita e mentalità profondamente diverse dalle nostre. Cosa che si complica quando la narrazione arriva a descrivere razze e universi alieni completamente diversi, a partire dalla loro struttura subnucleare, sino ad arrivare alle loro strutture sociali.

Si deve porre in luce una massiccia dose di implicazioni filosofiche, sociali e morali di cui il libro è letteralmente intriso e che lo rende estremamente profondo ed interessante al di là del background scientifico e della “carenza” dal punto di vista del coinvolgimento emotivo. Ad esempio, la “scala di Shild” non è presente nella trama principale, ma la permea per quasi tutto il libro in una sorta di metafora della condizione dei personaggi principali e del modo di “vivere” nell’universo futuro descritto da Egan.

Egan non è un campione della prosa a mio parere, tuttavia dal punto di vista narrativo, il libro non è proprio male. Non mancano colpi di scena e situazioni inaspettate intessuti in una trama molto piacevole ed originale.

Concludendo, torno a ripetere che, se NON siete appassionati di Hard Sci Fi, leggetelo solamente se siete molto motivati.

Se invece siete appassionati di Hard Sci Fi, sarebbe un peccato lasciarvelo sfuggire.

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