I romanzi Distopici 2 • I libri distopici dal 1960 ad oggi

Questa è la seconda parte di una rassegna nella quale verranno proposti libri distopici più o meno conosciuti pubblicati in italiano ed attualmente disponibili. Come molti sanno, ed altri meno, con il termine distopia, s’intende un’utopia negativa o un’anti-utopia, ciò significa che se l’utopia è un’immaginaria società o comunità di individui nella quale tutto è perfetto e le condizioni di vita dei suoi componenti sono le migliori che si possano desiderare, la distopia è il suo esatto opposto: una società ipotetica in cui le condizioni di vita della maggior parte dei suoi membri sono le peggiori che si possa pensare. Queste caratteristiche rendono la distopia il teatro perfetto dove ambientare storie che si pongono più o meno apertamente in critica verso tendenze e derive sociali che, in misura ovviamente minore, si percepiscono anche nella nostra società.

La condizione ipotetica necessaria allo sviluppo di una distopia pone le storie che trattano questa tematica all’interno del genere fantastico catalogandole come sottogenere della fantascienza in quanto molto spesso vengono rappresentate nel futuro; i libri distopici infatti possono denunciare il pericolo derivante dal tentativo di controllare le popolazioni mediante apparecchiature tecnologiche oppure manipolazioni genetiche, tuttavia non si fermano a questo, comprendendo nella fantascienza anche le scienze sociali, il controllo sulla popolazione di tali strutture sociali può realizzarsi anche in forme diverse e meno tecnologiche ovvero negando alcune delle libertà fondamentali dei paesi democratici o addirittura esasperando l’accesso a quelle libertà.

Il confine tra utopia e distopia è labile, e spesso la distopia rappresenta il tentativo di realizzare un’utopia mostrandone la sostanziale impossibilità di realizzazione pratica, riassunta nella frase di Paul Claudel: “Chi cerca di realizzare il paradiso in terra, sta in effetti preparando per gli altri un molto rispettabile inferno.”, in questo senso si può dire che la distopia rappresenta l’altra faccia dell’utopia.

Raccolta di romanzi distopici Fritz Lang Metropolis

Ciò che contraddistingue i libri distopici quindi è di essere ambientati in un mondo, un luogo o in un epoca in cui esiste una società o una comunità di individui in cui l’autorità, con il pretesto di preservare determinati valori (morali, religiosi, politici, ecc…), controlla e sorveglia i propri cittadini con metodi repressivi. Potrà quindi essere presente un sistema gerarchico di classi sociali o caste nettamente distinte e separate, un rigido sistema di tabù e proibizioni, una propaganda e dei sistemi educativi volti all’imposizione di un pensiero ed uno stile di vita unico e al relativo abbandono dell’individualità e della libertà d’espressione in favore del conformismo dominante, la repressione di ogni dissenso e di ogni forma di anticonformismo con mezzi più o meno violenti.

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Questo specifico articolo è il primo di 5 articoli che cercheranno di dare una visione il più ampia possibile di questo sottogenere. Gli articoli di questo percorso di lettura saranno:

  1. ROMANZI DISTOPICI 1 • GLI ALBORI DEL GENERE DISTOPICO DAL 1907 AL 1960
  2. ROMANZI DISTOPICI 2 • I LIBRI DISTOPICI DAL 1960 AL 2024
  3. ROMANZI DISTOPICI 3 • DISTOPIE POST-APOCALITTICHE
  4. ROMANZI DISTOPICI 4 • UCRONIE DISTOPICHE
  5. ROMANZI DISTOPICI 5 • DISTOPIE YOUNG ADULT

I titoli delle opere sono ordinati in ordine cronologico.

IL GENERE DISTOPICO

– ROMANZI DAL 1960 AL 2018 –

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ARANCIA MECCANICA (Clockwork Orange, 1962) di Anthony Burgess

Il primo libro di questa seconda parte della rassegna di libri distopici deve molta della sua notorietà al film di Stanley Kubrick, si tratta di Arancia Meccanica di Anthony Burgess.

Raccolta di romanzi distopici Arancia Meccanica romanzo distopico di Anthony Burgess

La storia di Alex, della violenza che si porta dentro e di quella del mondo cinico e ottuso che pensa di poterlo curare. Un grande classico contemporaneo, terrificante e meraviglioso. «Per molti versi il libro sono io: perché quello che scriviamo riguarda molto quello che siamo. E il libro rivela una battaglia interiore con questa idea: quella del male. Non solo il male, ma il pericolo di provare a correggerlo. In linea di massima sono molto scettico riguardo all’uso del potere per cambiare gli altri. Alla fine noi, in quanto esseri umani, dobbiamo scendere a patti da soli con il dilemma del bene e del male, di ciò che è giusto e sbagliato, come di qualsiasi altra cosa. Dio non lo farà al posto nostro. Se un Dio c’è, è un Dio sovrumano: a lui poco importa delle motivazioni umane. Anche se al mondo non ci fossero più esseri umani i principî del bene e del male continuerebbero a esistere. Non credo che tra duemila anni, sempre se esisterà ancora, il mondo sarà meno malvagio, o meno buono. Il conflitto non finisce mai» (Anthony Burgess). Completano il volume un glossario, un’appendice di testi inediti dell’autore, alcune pagine annotate del manoscritto originale. Prefazione di Martin Amis.

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VIAGGIO A SOROR (La Planète des singes, 1963) di Pierre Boulle

Il secondo libro di questa seconda parte della rassegna di libri distopici è un altro libro da cui è stato tratto un film di fantascienza molto famoso; il libro in questione, scritto da Pierre Boulle, è stato pubblicato in italiano con il titolo “Viaggio a Soror” mentre il film è “il pianeta delle scimmie“.

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Una coppia, mentre veleggia nello spazio interplanetario, ripesca, fluttuante nello spazio, la bottiglia che contiene un manoscritto, datato tre secoli prima, di un certo Ulisse Mérou, giornalista e cosmonauta dilettante. Questa è la sintesi del suo racconto: Ulisse era sbarcato a Soror, un pianeta del sistema di Bételegeuse dove gli uomini, dimentichi del linguaggio e della civiltà, vivevano ridotti in schiavitù dalla razza dominante, quella delle scimmie, che li consideravano e studiavano come delle bestie. Ulisse, racchiuso nelle gabbie del laboratorio di ricerca, era riuscito a farsi riconoscere come homo sapiens. Le scimmie però si erano insospettite: se gli esseri umani discendevano da una razza che un tempo aveva dominato le scimmie, non vi era in essi, allo stato latente, un pericolo mortale per la loro razza che l’evoluzione aveva condotto a dominare? Occorrerà eliminarli? Ulisse era riuscito a fuggire e a raggiungere la Terra. Ma durante le sue peregrinazioni erano trascorsi circa 1000 anni del tempo terrestre: il capitano dell’aeroporto che lo aveva accolto era un gorilla

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L’ISOLA ABITATA (Обитаемый остров – Obitaemij ostrov,  1968-69) di Arkadij e Boris Strugackij

Il terzo libro di questa seconda parte della rassegna di libri distopici è un romanzo dei fratelli Strugackij (resi famosi per il celebre “Picnic sul ciglio della strada dal quale è stato tratto il film “Stalker”) dal titolo l’isola abitata, uscito a puntate sulla rivista russa Neva nel 1968 e pubblicato per la prima volta in versione integrale nel 1969.

Raccolta di romanzi distopici romanzo distopico l'isola abitata di Arkadij e Boris Strugackij

XXII secolo. Maksim Kammerer, vittima di un naufragio spaziale, precipita su un pianeta sconosciuto. Novello Robinson Crusoe, scoprirà presto che Sarakš è popolato da una specie umanoide ed è completamente militarizzato, soggiogato dalla cupa propaganda di un apparato statale oppressivo che si serve anche di inquietanti torri per il controllo mentale. Ma la popolazione autoctona tenta di resistere, lanciando continui attacchi per riconquistare la libertà… Costruendo un mondo articolato e alieno, inospitale e insidioso, i fratelli Strugackij, considerati tra i più importanti scrittori russi del ‘900, confezionano un altro romanzo sorprendentemente attuale, in cui la fantascienza e la critica al totalitarismo sfociano in una riflessione filosofica ampia e universale sulla società e la natura umana.

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I REIETTI DELL’ALTRO PIANETA (The Dispossessed, 1974) di Ursula K. Le Guin.

In terza posizione nella nostra seconda parte della rassegna di libri distopici troviamo una grande scrittrice di fantascienza, Ursula K. Le Guin con il suo I reietti dell’altro pianeta.

Raccolta di romanzi distopici I reietti dell'altro pianeta romanzo distopico di Ursula K. Le Guin

“C’era un muro… Come ogni altro muro, anch’esso era ambiguo, bifronte. Quel che stava al suo interno e quel che stava al suo esterno dipendevano dal lato da cui lo si osservava.” Sui dei fronti del muro, due pianeti gemelli, Urras e Anarres, illuminati da uno stesso sole ma divisi da una barriera ideologica antica di secoli. Urras è fittamente popolato, tecnologicamente avanzato, ricco, florido, retto da un’economia liberista. Da qui sono partiti nella notte dei tempi i seguaci di Odo che hanno colonizzato l’arido Anarres, fondandovi una comunità anarchico-collettivista che non conosce concetti come proprietà, governo, autorità. In questa società apparentemente perfetta nasce Shevek, genio della fisica alle prese con un’innovativa teoria del tempo, un vero “cittadino del cosmo” che dedicherà la vita ad abbattere il muro che separa da sempre i pianeti gemelli. Un’ambigua utopia, come recita il sottotitolo originale del romanzo, “I reietti dell’altro pianeta” è una narrazione che, fingendo di parlare del futuro, racconta il mondo di oggi.

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L’UOMO CHE VOLEVA ESSERE COLPEVOLE (Manden Der Ville Vaere Skyldi, 1973) di Henrik Stangerup.

In quarta posizione nella nostra seconda parte della rassegna di libri distopici troviamo un originale romanzo dell’autore scandinavo Henrik Stangerup con il suo L’uomo che voleva essere colpevole.

Raccolta di romanzi distopici l'uomo che voleva essere colpevole romanzo distopico di Henrik Stangerup

Un uomo, dopo una lite violenta, uccide sua moglie. È una sera qualunque, in un appartamento come tanti, a Copenaghen. Ma l’azione si svolge in un prossimo futuro e in una società che molto somiglia all’ideale modello della socialdemocrazia scandinava, deformata quel che basta a renderla più universale. Lo Stato che si prende cura del bene comune «dalla culla alla tomba» si è trasformato in una gabbia di conformismo, regno del consenso e dell’eufemismo, in cui tutto è pianificato e obbligatorio, compresa la felicità. E poiché l’omicidio non è altro che insufficiente adattamento sociale, Torben, l’assassino, viene sottoposto a cure psichiatriche e rimesso in libertà. Ma contro le regole di un sistema che nega la responsabilità individuale, Torben si ostina a voler essere giudicato e punito per quel che ha fatto. L’uomo che voleva essere colpevole è la storia di un processo kafkiano alla rovescia: l’inutile e sempre più assurdo tentativo del protagonista di dimostrare la propria colpa, l’angosciante senso di isolamento, la spirale di dubbi, lo sfaldarsi dell’identità e della realtà stessa diventano emblematici della condizione umana in un mondo che rifiuta la dimensione etica e si illude di delegare alla scienza la soluzione dei problemi morali. Solitari destinati a perdere nella lotta impari contro il proprio tempo, i personaggi di Stangerup, figli di Kierkegaard, preferiscono sempre e comunque prendere il rischio della loro verità e provare a essere «Quel singolo» che il filosofo danese voleva scrivere sulla sua tomba. Postfazione di Anthony Burgess.

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LA CITTÀ CONDANNATA (Град обреченный – Grad obrečennyj 1975-89) di Arkadij e Boris Strugackij

Un altro libro di questa seconda parte della rassegna di libri distopici è un romanzo dei fratelli Strugackij pubblicato in italia con il titolo La città condannata, per la cui stesura si dedicarono tra la fine degli anni ’60 e la prima parte dei ’70. Gli autori lo scrissero nonostante fossero consci del fatto che non avrebbe avuto possibilità di superare la censura dell’epoca ed essere pubblicato. Fu infatti pubblicato la prima volta a puntate tra il 1987 e il 1989 sulle riviste Raduga e Neva.

Raccolta di romanzi distopici romanzo distopico la città condannata di Arkadij e Boris Strugackij

A metà tra il Nord e il Sud, tra un insormontabile muro giallo e un precipizio, sorge una città da cui è impossibile uscire, dove il sole è un’enorme lampada che si accende e si spegne artificialmente. Gli abitanti partecipano a un Esperimento, su cui però non è dato sapere nulla. Tra loro Andrej Voronin, comunista emulo di Stalin, un nazista, un giapponese, un cinese, un americano, un agricoltore russo, un ebreo. Spronati ciascuno dal proprio Mentore, avanzano all’interno di quel perimetro inviolabile, mentre strani scenari cominciano a prendere forma…

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LA LUNGA MARCIA (The Long Walk, 1979) di Richard Bachman (pseudonimo di Stephen King).

Ed ecco il re del brivido cimentarsi nel genere distopico (e non sarà l’unico caso), con La lunga marcia di Richard Bachman.

Raccolta di romanzi distopici La lunga marcia romanzo distopico di Richard Bachman Stephen King

Dai confini con il Canada sino a Boston a piedi, senza soste. Una sfida mortale, con un regolamento implacabile, per cento volontari: un passo falso, una caduta, un malore.., e si viene abbattuti. Ma chi riesce a tagliare il traguardo otterrà il Premio. Tra i partecipanti, fra cui spicca il sedicenne Garraty, si creano rapporti di sfida, di solidarietà e di lucida follia, lungo il terribile percorso scandito dagli incitamenti della folla assiepata ai margini della strada.

Stephen King pubblicò questo romanzo, e altri quattro titoli, con lo pseudonimo di Richard Bachman.

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SOLO IL MIMO CANTA AL LIMITARE DEL BOSCO (Mockingbird, 1980) di Walter Stone Tevis.

Ed è il turno di un grande titolo per la narrativa distopica e più in generale della letteratura, stiamo parlando di Solo il mimo canta al limitare del bosco di Walter Stone Tevis.

Raccolta di libri distopici Quando Solo il mimo canta al limitare del bosco romanzo distopico di Walter Tevis

Siamo nel 2467 e da diverse generazioni sono i robot a prendere ogni decisione, mentre un individualismo esasperato regola la vita dell’uomo: la famiglia è abolita, la coabitazione vietata e ogni persona assume quotidianamente un mix di psicofarmaci e antidepressivi. I suicidi sono in aumento, non nascono più bambini e la popolazione mondiale sta avviandosi all’estinzione. Simbolo e guardiano dello status quo è Spofforth, androide di ultima generazione che agogna un suicidio che gli è però impedito dalla sua programmazione. A lui si contrapporranno Paul Bentley, un professore universitario che, riscoperta casualmente la lettura dimenticata da tempo, grazie ai libri apprende l’esistenza di un passato e la possibilità di un cambiamento, e Mary Lou, che sin da piccola ha rifiutato di assumere droghe pur di tenere gli occhi aperti sulla realtà.Tevis si muove dall’incrocio di queste tre vite creando una distopia postmoderna sulle inquietudini dell’uomo, dove la tecnologia senza controllo si trasforma da risorsa in pericolo.

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LANARK. Una vita in quattro libri (Lanark, 1981) di Alasdair Gray

Non poteva mancare in questa raccolta di libri distopici il capolavoro di Alasdair Gray: Lanark.

Raccolta di libri distopici Lanark romanzo distopico di Alasdair Gray

«Nella terribile devastazione dello scenario di Unthank che ci offre Alasdair Gray, bocche giganti calano dal cielo per divorare il protagonista, Lanark, e un vento freddo si alza “insieme all’odore salato di alghe putrescenti, e poi uno caldo di carne arrostita”. Lanark ne viene inghiottito, e lo stesso accade al lettore».

“Dall’autore di “Povere creature!“, l’opera considerata il capolavoro di Alasdair Gray, definita «la Divina Commedia del Cripto- Calvinismo anglosassone» (New York Times Book Review).

“Lanark – Una vita in quattro libri” racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento, Unthank e Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare del passato e del futuro. Lungo le loro strade tortuose verranno dipanati gli intricati fili che uniscono le vite di Lanark e di Duncan Thaw i quali, nell’attraversare un vasto e labirintico universo simbolico, ci conducono nei sentieri battuti dell’uomo contemporaneo, tanto pericolosi quanto seducenti, tanto impensabili quanto reali. Pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1981, Lanark ha immediatamente collocato Gray nell’empireo dei più importanti autori britannici ed è stato comparato, tra gli altri, a Dante, Blake, Joyce, Orwell, Kafka, Huxley e Lewis Carroll.”

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L’UOMO IN FUGA (The Running Man, 1982) di Richard Bachman (pseudonimo di Stephen King).

Poco dopo la sua prima distopia, ecco di nuovo Stephen King tornare al romanzo distopico con L’uomo in fuga di Richard Bachman.

Raccolta di romanzi distopici L'uomo in fuga romanzo distopico di Richard

Ben Richards decide di partecipare alle selezioni per “L’Uomo in fuga”, un sadico e famosissimo show televisivo in cui il protagonista, braccato dai cacciatori della Rete e da chiunque lo riconosca, guadagna cento dollari per ogni ora di sopravvivenza e, se è fortunato ed è ancora vivo allo scadere dei trenta giorni concessigli, un miliardo di dollari. Ben, che vuole quei soldi per curare la figlia malata, supera le selezioni…

Stephen King pubblicò questo romanzo, e altri quattro titoli, con lo pseudonimo di Richard Bachman.

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BATTLE ROYALE (Batoru Rowaiaru, 1999) di Koushun Takami

Ad aggiudicarsi un posto nella nostra rassegna di libri distopici vediamo poi il libro più venduto di tutti i tempi in Giappone: Battle Royale di Koushun Takami.

Raccolta di romanzi distopici Battle Royale romanzo distopico di di Koushun Takami

Repubblica della Grande Asia dell’Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d’istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un’isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un “gioco” il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo… Edito nel 1999, “Battle Royale” è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, “Battle Royale” è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.

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SURVIVOR (Survivor, 1999) di Chuck Palahniuk

Con una trama originalissima ecco che nella nostra rassegna di libri distopici entrano in scena le sette con Survivor di Chuck Palahniuk.

Raccolta di romanzi distopici Survivor romanzo distopico di di Chuck Palahniuk

Tender Branson, ultimo membro sopravvissuto di una setta, narra la storia della sua vita alla scatola nera di un aereo che sta precipitando al largo dell’Australia. In un crescendo delirante Tender racconta di quando viveva nella comunità della setta ignaro dell’esistenza di un mondo evoluto, e descrive i suoi lavori di maggiordomo, di suggeritore di galateo per “nouveaux riches” in difficoltà, di istigatore telefonico al suicidio. Le sue vicende raggiungono l’apice quando rimane l’unico superstite al suicidio di massa dei membri della setta e grazie alla cinica assistenza di un agente dello spettacolo. Ma le cose si mettono male quando emergono le prove che i suicidi della setta sono in realtà degli omicidi.

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NO (No, 2001) di Diego Cugia

E finalmente nella nostra rassegna di libri distopici entra un italiano, è il turno di No, di Diego Cugia.

Raccolta di romanzi distopici No romanzo distopico di Diego Cugia

Il 21 marzo 2001 una giovane professoressa ribelle abbandona l’Italia per rifugiarsi in una sperduta isoletta greca. Sedici anni dopo una troupe della Grande Rete Interattiva irrompe nella casa del faro di Antikythera. Il “Principe” presentatore avvelena a morte la donna con un biscotto allucinogeno, per trasmettere in diretta sugli schermi le ultime visioni della vittima protagonista dello show. Siamo a “Cookies”, il devastante programma Internet. Quaranta milioni di abbonati si collegano alla memoria cinematografica di Speranza Adamoli, che proietta le metamorfosi dell’italia di oggi, un’Italia di rifatti a cui lei ha detto “No”.

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SELEZIONE NATURALE (Maul, 2003) di Tricia Sullivan

Ed ecco riaffermarsi una scrittrice di fantascienza nella nostra rassegna di libri distopici, è il turno di  Selezione naturale di Tricia Sullivan.

Raccolta di romanzi distopici Selezione naturale romanzo distopico di Tricia Sullivan

Un sabato qualunque nel New Jersey: Sun deve incontrarsi al Mall con una gang di coetanee per risolvere un problema di ragazzi. Armata e alla moda, scoprirà che il confine tra shopping e violenza è molto sottile. In un altro luogo, un uomo solitario combatte una guerra disperata contro un nuovo virus e gli scienziati che lo hanno sviluppato. Meniscus è una cavia in un mondo in cui la metà maschile della popolazione è stata spazzata via da un’epidemia che ha risparmiato il genere femminile. I pochi uomini sopravvissuti vengono cresciuti, protetti e contesi in base al loro valore riproduttivo, ma Meniscus sta per cambiare le cose. E non sarà il solo. Cos’hanno in comune le ragazze che mettono a ferro e fuoco un centro commerciale e un uomo ricoperto di macchie blu in un laboratorio di ricerca del prossimo futuro? Tricia Sullivan gioca con i luoghi comuni, pone i rapporti tra uonimi e donne al centro di una narrazione spericolata, infarcita di riferimenti pop, violenza e politica, e costruisce una storia in cui sesso e distruzione vanno di pari passo con satira e riflessione.

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NON LASCIARMI (Never Let Me Go, 2005) di Kazuo Ishiguro

Del premio Nobel per la letteratura 2017 Kazuo Ishiguro, vediamo entrare nella nostra selezione di libri distopici Non lasciarmi.

Raccolta di romanzi distopici Non lasciarmi romanzo distopico di Kazuo Ishiguro

Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un’autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall’intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole “donatore” e “assistente”? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d’amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un’utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d’ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.

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LA GIORNATA DI UN OPRIČNIK (День опричника, Den’ oprichnika, 2006) di Vladimir Sorokin.

A questo punto della nostra rassegna di libri distopici Vladimir Sorokin ci offre la sua riflessione provocatoria sulle possibili derive di una Russia ipernazionalista con il suo brutale La giornata di un opričnik.

Vox romanzo distopico di Christina Dalcher

Russia, 2027. La monarchia è stata restaurata. Una rivoluzione neozarista ha costruito un nuovo Stato repressivo. La fustigazione è tornata, e il Cremlino è stato ridipinto del suo colore bianco originale. Il sublime auto-isolamento nazionale è stato riscoperto: un “Grande Muro” si estende dall’Europa attraverso il Caucaso fino ai confini della Cina a proteggere la Russia. Protagonista del romanzo è Andrej Komjaga che lavora come opricnik, membro della polizia segreta e braccio dello zar, sul modello dei peggiori eccessi di Ivan il Terribile. Quasi privo di personalità per la sua esasperata lealtà verso la Russia, lo zar e gli altri opricniki, è una delle guardie più temute del paese. Komjaga accompagna il lettore nella follia di una sua tipica giornata di lavoro, fatta di esecuzioni brutali e riti orgiastici, incontra la prima ballerina, una chiaroveggente e la zarina. Egli stupra e saccheggia, ma si commuove fino alle lacrime ascoltando le canzoni della sua terra.

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LE FIGLIE DEL NORD (The Carhullan Army, 2007) di Sarah Hall

A questo punto della nostra rassegna di libri distopici Sarah Hall ci regala una riflessione provocatoria sul ruolo della donna con il suo Le figlie del nord.

Le figlie del nord romanzo distopico di Sarah Hall

L’Inghilterra versa in uno stato di crisi ambientale irreversibile che l’ha condotta al collasso economico. La popolazione è stata censita e tutti i cittadini sono stati ammassati nei centri urbani. La riproduzione è affidata a una lotteria, invadenti dispositivi contraccettivi vengono installati a ogni femmina in età fertile. Una ragazza, che conosceremo solo col nome di Sorella, sfugge ai confini di un matrimonio divenuto oppressivo per andare in cerca di un gruppo isolato di donne che vivono come “non-ufficiali” a Carhullan, una lontana fattoria del Nord, dove avrà modo di scoprire se nel suo animo si nasconde quello di una combattente ribelle. Provocatorio e disturbante, “Le figlie del Nord” porta il lettore a interrogarsi sulla natura femminile, e sul limite a cui le donne sanno spingersi per resistere ai loro oppressori. E su quali siano le circostanze che possono portare una persona comune a diventare un terrorista.

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LA FINE DEI GIORNI (La fine dei giorni, 2008) di Alessandro De Roma

Torniamo quindi in Italia con il particolare La fine dei giorni, in cui Alessandro De Roma immagina una Torino insieme prigione e giungla.

La fine dei giorni romanzo distopico di Alessandro De Roma

A Torino, nel condominio dell’insegnante Giovanni Ceresa sparisce l’anziano signor Baratti. Nessuno pare interessarsi alla cosa. La portinaia signora Costanza continua normalmente la sua vita quotidiana; Winnie, l’affascinate e misterioso vicino d’appartamento di Giovanni, sostiene addirittura che nel palazzo non è mai esistito un signor Baratti. Tutti stanno perdendo la memoria? La lotta del professor Ceresa contro la malattia sta in un diario. Ma la malattia galoppa: altri anziani spariscono e il rischio è dimenticare l’esistenza del diario stesso. La città è allo stremo. Gli autobus inseguono i pedoni per investirli, i cibi crescono di prezzo ogni giorno, la benzina comincia a scarseggiare. Dilaga la guerriglia urbana. Giovanni Ceresa tenta di indagare nella sua vita per trovare il senso di quello che sta accadendo. Perderà via via la coscienza, ritrovandosi di fronte a un folle complotto e ad un altrettanto folle progetto rivoluzionario.

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IL CONDOMINIO DI VIA DELLA NOTTE (Il condominio di via della notte 2013) di Maria Attanasio

E finalmente la nostra rassegna di libri distopici ospita una scrittrice italiana, è il turno de Il condominio di via della notte, di Maria Attanasio.

A Nordìa, futuristica città che non esiste sulle mappe, “vigilanza” è la parola d’ordine per realizzare un sogno di perfezione collettiva fondato sulla disciplina, la sicurezza e un consenso sociale estremo e intollerante. Quel sogno entusiasma la maggioranza della popolazione e spaventa e indigna i pochi che scelgono di resistere o dileguarsi. Tra questi c’è una famiglia che si va frantumando. La moglie, Rita, sembra accorgersi che le utopie che avevano caratterizzato il suo passato sono diventate una pericolosa nostalgia, e assieme vede svanire l’amore per il marito. Questi, al contrario di lei, non accetta il quieto vivere narcotizzato promulgato dal governo e fugge dal paese, lasciando la donna e la piccola Assia dietro di sé. Con il trascorrere degli anni la situazione di Rita si rivela sempre più difficile, mentre la figlia coltiva un rancore intenso e ribelle. Un giorno Rita si scopre improvvisamente sola. Per troppo tempo ha guardato da un’altra parte, come sperando si trattasse di un brutto incubo, di un’allucinazione destinata a dissolversi. Ora si trova a lottare per mantenere un suo equilibrio e non soccombere ai rimorsi. La città inizia a inquietarla profondamente: ormai il razzismo è promosso come modernità, i cittadini vengono suddivisi per categorie, il controllo, referendum dopo referendum, diventa sempre più assoluto, tutto è videosorvegliato, non esiste un diritto di accesso e di movimento senza un pass, un codice, una parola d’ordine…

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IL CERCHIO (The Circle, 2013) di Dave Eggers

Ed ecco che anche i social network fanno la loro comparsa nelle trame dei libri distopici con Il cerchio, di Dave Eggers.

Il Cerchio di Dave Eggers romanzo distopico

“Mio Dio, questo è un paradiso” pensa Mae Holland quando fa il suo ingresso al Cerchio, la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l’acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae accoglie la richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che un miraggio sfocato e privo di fascino. Almeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi?

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PER ULTIMO IL CUORE (The Heart Goes Last, 2013) di Margaret Atwood

E ancora un libro di Margaret Atwood, dal titolo Per ultimo il cuore, a pochi anni dal romanzo dell’Ancella (vedi ROMANZI DISTOPICI 3 • DISTOPIE POST-APOCALITTICHE) a trovare posto nella nostra rassegna.

Raccolta di libri distopici Per ultimo il cuore romanzo distopico di Margaret Atwood

La storia segue Stan e Charmaine, una coppia in difficoltà che decide di partecipare a un esperimento sociale chiamato Positron Project, un programma che promette stabilità e sicurezza in cambio di sei mesi di reclusione alternati a sei mesi di vita normale.

La Atwood crea un mondo inquietante e perfettamente plausibile, dove la libertà è il prezzo da pagare per la sicurezza, affrontando con intelligenza e ironia le dinamiche di potere e la fragilità delle relazioni umane in un contesto di sorveglianza e controllo assoluto.

Un’opera provocatoria e affascinante, che conferma ancora una volta Margaret Atwood come una delle voci più potenti e originali della narrativa contemporanea. Un must per gli amanti delle storie distopiche e delle riflessioni sociopolitiche.

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QUANDO ERAVAMO PREDE (Quando eravamo prede, 2014) di Carlo D’Amicis

Civiltà e natura si scontrano e si confondono l’uno nell’altro in Quando eravamo prede di Carlo D’Amicis.

Raccolta di libri distopici Quando eravamo prede romanzo distopico di Carlo D’Amicis

Prendete una distesa di boschi incontaminati che sembra il paradiso terrestre. Tracciate una linea sottile che la divida dal nostro mondo. Popolatela infine con una strana stirpe di cacciatori che si veste con le pelli delle prede e utilizza disinvolta i loro nomi: Alce, Agnello, Toro, Ghepardo, Leone, e poi Cagna, Farfalla, Zebra… Esseri umani bestiali o bestie umane? Di sicuro gli abitanti del Cerchio pretendono di vivere immersi nella natura: anzi, di essere essi stessi la natura. Ma che succede se, da un giorno all’altro, tutti gli animali del bosco scompaiono? Se i cacciatori si scoprono improvvisamente affamati, impotenti, malati? Se una scheggia impazzita di civiltà cade tra gli alberi della foresta e li porta a scoprire la religione, il linguaggio, la proprietà privata? Spinti tra le braccia di sentimenti più pericolosi dei loro fucili, come l’amore, la compassione e la paura, ecco che i cacciatori si trasformano in prede. Tra preistoria e fine della modernità, “Quando eravamo prede” sembra riassumere in una sola vicenda l’intera avventura umana e il nostro rapporto con la natura, come se “La fattoria degli animali” rivivesse ne “La strada di Cormac McCarthy”.

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SPLENDIDO VISTO DA QUI (Splendido visto da qui, 2014) di Walter Fontana

E’ la volta dell’originalissima critica sociale di Walter Fontana con il suo Splendido visto da qui tra echi di Montag e avventura pop.

Futuro prossimo. Un mondo diviso in Zone militarizzate. Queste Zone sono: anni ’60, anni ’70, anni ’80, anni ’90, anni Zero. Milioni di persone inebetite e felici vivono a ripetizione sempre nello stesso decennio, perfettamente ricostruito. Quei libri, quei film, quelle notizie, quella tv, quei prodotti, quel fantastico vecchio modo di vivere che si ripete in continuazione. Niente ansia del futuro e, per sicurezza, niente futuro del tutto. È vietato passare da una Zona all’altra. Chi ci prova fa una brutta fine. Il transito è riservato a militari e addetti ai servizi. Tra questi Leo, uno spazzino. Lo spazzino è un lavoro delicato, perché dai rifiuti si deduce come vive la gente. Una carta di chewingum sugarfree 2009 trovata a Settanta vuol dire contrabbando. Leo è un tranquillo servitore della dittatura, segnala anomalie, non vuole rischiare. Una notte però trova nella spazzatura qualcosa realmente fuori luogo: Maia, una bella ragazza nata a Settanta, in fuga dalla sua Zona. Tra bidoni e tesori, memorie di contrabbando, traditori e traditi, spazzini che fanno i poliziotti e poliziotti che fanno pulizia, i nostri eroi improvvisati si ritrovano in lotta contro la dittatura (illuminata ma molto fiocamente) e a caccia di una libertà che, forse, da qualche parte esiste. In equilibrio tra avventura e satira sociale, “Splendido visto da qui” è un romanzo che si ispira alla grande tradizione del genere fantastico.

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PANORAMA (Panorama, 2015) di Tommaso Pincio

Un altro italiano andando verso la chiusura di questa seconda parte della rassegna sui libri distopici: Panorama di Tommaso Pincio.

Raccolta di libri distopici Panorama romanzo distopico di Tommaso Pincio

Ottavio Tondi non ha mai incontrato Ligeia Tissot. Si sono scritti messaggi per quattro anni sul social network Panorama, l’ha vista in foto e ha passato un’infinità di ore a guardare il suo letto disfatto. Prima di quei messaggi, Ottavio Tondi non aveva mai scritto nulla, non una parola né un appunto. Il suo lavoro e la sua vita erano dedicati alla lettura. Ma non era un lettore qualunque. Era il lettore, colui che aveva determinato la pubblicazione del più grande best seller di tutti i tempi, e che da allora decideva delle fortune dei romanzi in libreria. Ma tutto questo succedeva prima, prima dell’incidente di ponte Sisto, prima che il mondo smettesse di leggere i libri, prima che Ligeia Tissot entrasse nella vita di Ottavio Tondi.

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GLI SCADUTI (Gli scaduti, 2016) di Lidia Ravera

è il turno della scrittrice italiana Lidia Ravera, che nel suo romanzo “gli scaduti” affronta con coraggio e sensibilità il tema dell’invecchiamento e della marginalizzazione delle persone anziane in una società ossessionata dalla giovinezza e dall’efficienza una riflessione profonda e spesso scomoda sulla condizione degli anziani nel mondo moderno.

romanzo distopico gli scaduti di Lidia Ravera

Nell’Italia europea di un futuro prossimo, il Partito Unico, che ha preso il potere in nome dei trenta/quarantenni, stabilisce, per legge, il ritorno a una società “naturale”, in cui le generazioni, invece di accavallarsi, tornino a susseguirsi, in buon ordine. A trent’anni si coprono le postazioni di comando, a sessanta, si viene ritirati. Dove? Non è chiaro. Un mondo a parte di cui si sa poco e si cerca di immaginare il meglio. Gli anni del Grande Disordine hanno messo a dura prova la pazienza dei cittadini, le nuove regole vengono perciò accettate come un cambiamento necessario. Anche Umberto, amministratore delegato di una azienda importante, allo scadere del suo tempo, accetta di lasciare casa amici posizione e l’amatissima moglie Elisabetta, di poco più giovane di lui e altrettanto ben piazzata nel mondo del lavoro. Forse è giusto scansarsi e fare posto ai figli, come Matteo che, a 35 anni, ancora vive all’ombra di suo padre. Non è colpa di nessuno se, oggi, si muore più tardi. Se “gli scaduti” hanno ancora, davanti, 30 anni di vita attiva. Bisogna collaborare, non bisogna sentirsi defraudati. E poi Elisabetta lo raggiungerà. Peccato che le cose non siano come sembrano, come vengono rappresentate. Ribellarsi è giusto. Ma è anche possibile?

UN ATTIMO PRIMA (Un attimo prima, 2017) di Fabio Deotto

Sempre italiano il romanzo distopico di Fabio Deotto intitolato un attimo prima.

Un attimo prima romanzo distopico di Fabio Deotto

Siamo a “cinque minuti da adesso”, in un mondo in difficile transizione. Le tecnologie oggi in fase di sperimentazione avanzata sono diventate di uso comune e la crisi che ha investito a ogni livello l’Occidente è giunta alle sue estreme conseguenze. In questo contesto, Edoardo Faschi, cinquantenne ex chimico ossessionato dalla morte del fratello Alessio, si sottopone a un trattamento psicologico sperimentale ispirato alla scatola specchio di Ramachandran – un dispositivo utilizzato nei primi anni Duemila per curare la sindrome dell’arto fantasma nei pazienti mutilati – che dovrebbe aiutarlo a elaborare la perdita. Per ottenere il risultato racconterà le vicende sue e della sua famiglia, concentrandosi in particolare sugli anni in cui Alessio ha intrapreso il percorso che lo avrebbe portato a diventare un leader del Movimento Occupy. In questo modo ripercorre la storia tormentata di questo inizio millennio, fornendone un’interpretazione a tratti terribile e a tratti ironica o sarcastica, ma soprattutto convincente. Intanto, sempre più a disagio in un tempo così diverso da quello in cui è cresciuto, affronta con stanchezza i problemi quotidiani e sentimentali, gli stessi che opprimono l’uomo da quando esiste. Finché la ricomparsa improvvisa di Sealth, il figlio di Alessio, del quale era stato tutore e di cui aveva perso le tracce, lo costringerà a compiere scelte drastiche. Il ragazzo è in pericolo e Edoardo non può permettere che il destino si ripeta.

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VOX (Vox, 2018) di Christina Dalcher

Nella nostra rassegna sui libri distopici vi è ancora il romanzo di una donna: Vox di Christina Dalcher.

Vox romanzo distopico di Christina Dalcher

Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne.

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OROLOGI ROSSI (Red Clocks, 2018) di Leni Zumas

Il Penultimo romanzo di questa seconda parte della rassegna sui libri distopici con lo scottante romanzo distopico sulla maternità Orologi Rossi di Leni Zumas.

Orologi Rossi romanzo distopico di Leni Zumas

La maternità – presente o assente, cercata o negata – ci definisce come donne? Leni Zumas sceglie la via del romanzo per parlare di un tema scottante dando voce a quattro donne di Newville, villaggio di pescatori dell’Oregon, in un futuro vicino in cui negli Stati Uniti l’aborto è proibito, l’inseminazione in vitro è vietata, la legge garantisce pieni diritti all’embrione e un Muro Rosa blocca l’accesso al Canada, dove invece abortire si può, e dove ragazze e donne fuggono di nascosto in cerca di soluzione per le gravidanze non volute. Ro, insegnante di scuola superiore, è single e sta cercando di avere un figlio affidandosi a una clinica della fertilità mentre compila la biografia di Eivor Mínervudottír, esploratrice polare del diciannovesimo secolo, sola e determinata a essere sé stessa in un mondo ostile. Susan è madre frustrata di due figli perfetti, intrappolata in un matrimonio perfetto che sta cadendo a pezzi. Mattie è una delle allieve più brillanti di Ro: quando scopre di essere incinta non sa a chi chiedere aiuto. Infine c’è Gin, spirito della foresta, erborista e guaritrice, che in qualche modo riunisce i destini di tutte quando viene arrestata e processata per le sue pratiche, vittima dell’ennesima caccia alle streghe.

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IL CANTO DEL PROFETA (Prophet Song, 2023) di Paul Lynch

Chiudiamo questa seconda parte della rassegna sui libri distopici con lo scioccante romanzo distopico  della lenta discesa negl’inferi del tolitarismo con il quale un’Irlanda futura si troverà a fare i conti ne il canto del profeta di paul Lynch.

il canto del profeta romanzo distopico di paul Lynch

A Dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Paul Lynch immagina una Repubblica d’Irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l’ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l’aumento dei salari degli insegnanti. La deriva totalitaria arriva gradualmente, attraverso passaggi a prima vista innocui che si accumulano fino a creare una società da incubo. Le persone si rendono conto che le loro libertà sono state cancellate solo quando è troppo tardi. Con una scrittura rapida e senza pause, il romanzo ricrea l’atmosfera carica di tensione di una dittatura in ascesa e segue le vicende della protagonista, che dovrà capire fino a che punto può spingersi per salvare sé stessa e le persone che ama.

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Commenti

Una risposta a “I romanzi Distopici 2 • I libri distopici dal 1960 ad oggi”

  1. Di questi invece ne ho letti solo due! Bene, una nuova lista di lettura fa sempre comodo! 😀

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