Il richiamo della foresta

«Buck non leggeva i giornali, altrimenti avrebbe saputo quali guai si stavano preparando non soltanto per lui, ma per tutti i cani di forte muscolatura e col pelo lungo e soffice da Puget Sound a San Diego. Brancolando tra le tenebre artiche gli uomini avevano trovato un metallo giallo e, poiché le compagnie di navigazione e di trasporto avevano divulgato la notizia, migliaia di persone correvano verso il Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani; cani robusti, con una forte muscolatura e pelo folto per difendersi dal gelo. »

(Il richiamo della foresta – Jack London)

Una grande storia, una magnifica metafora del rapporto fra natura e creature viventi, un capolavoro capace di poesia e ferocia che parla al cuore dei lettori di ogni età. Rapito e condotto tra i ghiacci del Klondike, all’epoca della febbre dell’oro, Buck viene picchiato e costretto a divenire un cane da traino, sperimentando i molteplici volti dell’animo umano, meschinità e grandezza, cupidigia e altruismo, aggressività e affetto. Nelle molteplici esperienze apprende la fatica e l’orgoglio dei cani da slitta e si trova più volte costretto a lottare per sopravvivere, finché la lezione del bastone e della zanna fa riaffiorare in lui l’ancestrale istinto selvaggio. Sfruttato duramente dai suoi ultimi padroni, Buck viene salvato da John Thornton, con il quale ritrova l’amore per l’uomo. Ma il richiamo della foresta e della natura si fa dentro di lui sempre più irresistibile…”Tra i cultori dell’opera di Jack London, lo scrittore Davide Sapienza è il più solido e attivo, con qualcosa di più che un’ottima competenza da americanista”Goffredo Fofi.

Nell’edizione presenti anche i racconti: “Bâtard” e “Preparare un fuoco“.

BÂTARD

“Poiché Leclère odiava Bâtard di un odio esageratamente duro, lo acquistò e gli affibbiò il suo nome infame. E per cinque anni la coppia si avventurò attraverso le Terre del Nord. Fu così che si fecero la reputazione di cattivi irriducibili come mai prima si era detto di uomo e di cane.”

PREPARARE UN FUOCO

Nel profondo Nord, a sessanta gradi sotto zero, per sopravvivere un uomo deve saper preparare un fuoco. E quando ci sono sessanta gradi sotto zero, un uomo non può permettersi di fallire e far spegnere il fuoco, nemmeno al primo tentativo. E se il fuoco si spegne, un uomo ha solo pochi minuti per rimediare. Nel profondo Nord, a sessanta gradi sotto zero, non si sfida la natura. O le conseguenze saranno rapide e definitive.

IL FILM

Vi sono state molte trasposizioni cinematografiche del capolavoro di Jack London, ma vi riportiamo la più famosa ed accessibile ovvero il film del 1972 diretto da Ken Annakin ed interpretato da Charlton Heston.

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