Red Girls di Sakuraba Kazuki la storia di una famiglia e quella di un paese provato e in profonda trasformazione

«Un’estate, quando aveva dieci anni, Akakuchiba Man’yō vide un uomo volare alto nel cielo. Man’yō era mia nonna, ma l’episodio dell’uomo volante risale a ben prima che entrasse come sposa nell’antica e illustre famiglia Akakuchiba della regione di San’in, quando era ancora una ragazzina selvaggia e analfabeta e non possedeva un cognome. Nel villaggio tutti la conoscevano come la piccola Man’yō. Da quando aveva memoria, mia nonna aveva sempre visto cose strane. Era una donna grossa e dalla corporatura robusta, con i capelli neri come ali di corvo bagnate lunghi fino ai fianchi (sebbene negli ultimi anni fossero diventati dello stesso bianco argenteo della neve) e il vizio di strizzare bene bene gli occhi per, qualche volta, osservare in lontananza le vette delle montagne. Aveva una vista impressionante, e riusciva a vedere anche le cose invisibili all’occhio. Sarebbero occorsi ancora diversi anni affinché potesse essere conosciuta come la chiaroveggente della famiglia Akakuchiba – in questo momento sto cercando di ripercorrere la sua infanzia – ma non ci sono dubbi sul fatto che fosse stata in grado di vedere il futuro sin dalla tenera età. Delle volte le si era manifestato come predizione scritta, come quando i caratteri dipinti in inchiostro nero sui kakejiku appesi alle pareti del salotto in tatami si rimescolavano in maniera spontanea, altre come annuncio portato dallo spirito di un defunto che comunicava tramite gesti e movimenti del corpo, altre ancora come visione di un’immagine dal significato oscuro e indecifrabile. Mia nonna però non era mai stata solita parlarne con gli altri abitanti del villaggio. Sapeva che la consideravano l’eccentrica discendente della “gente di frontiera”, e per tutta la vita si sentì al contempo orgogliosa e ferita per questa diversità.» 

Red girls di Sakuraba Kazuki. Edizioni e/o. Edizione del Kindle (2019). 

Saga familiare che narra di tre generazioni di donne nel dopoguerra giapponese, Red Girls mescola elementi di realismo magico e di giallo, la storia di una famiglia e quella di un paese provato e in profonda trasformazione. Nel piccolo villaggio di Benimidori, Man’yō è un’orfana nata con il dono della chiaroveggenza, che dovrà proteggere come un terribile segreto. La sua vicenda si intreccia con quella della ricca e potente famiglia Akakuchiba, proprietaria di un’importante fonderia sulle montagne, e del suo complicato erede. La figlia di Man’yō, Kemari, è estremamente creativa, disegna manga e trascorre la sua giovinezza ribelle insieme a una banda di motocicliste per cercare la sua strada nel mondo. È Tōko, la figlia di Kemari, a narrarci questa storia: una autoproclamatasi “inutile” giovane donna, che non sembra avere ereditato le facoltà della nonna o il talento della madre, ma che si impegna a ricostruire le avventure, le disgrazie e gli amori della sua famiglia e a risolvere il mistero delle ultime parole pronunciate da Man’yō in punto di morte: «Sono un’assassina».

«Sakuraba porta il lettore attraverso i momenti salienti della storia recente del paese con perizia e con uno stile narrativo agile, creativo e accattivante». (Paola Scrolavezza – Il Manifesto)

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