Picnic sul ciglio della strada

« Che fai, preghi?» gli chiedo. «E prega» gli dico «prega pure! Più entri nella Zona più ti avvicini al cielo »

Picnic sul ciglio della strada di Arkadij e Boris Strugackij

Picnic sul ciglio della strada di Arkadij e Boris Strugackij: lo splendido racconto di Marmont e della “Zona”, con le sue meraviglie ed i suoi orrori, in una cruda metafora della condizione umana.

Marmont, una cittadina industriale come tante altre. Eppure, poco oltre la periferia, qualcosa è cambiato irreversibilmente. Al di là di hangar e capannoni, in mezzo a una natura splendida, si estende un territorio dalle caratteristiche uniche. È la Zona: uno dei sei luoghi del mondo ‘visitati’ dagli extraterrestri. La Zona: un luogo magico e pericoloso, che pullula di fenomeni sconvolgenti, di oggetti dalle qualità straordinarie. Accumulatori eterni, gusci energetici, antigravitometri sono strumenti di altissimo valore scientifico ed economico, prede prelibate di studiosi e trafficanti. A Marmont nasce una nuova professione, quella di ‘stalker’. Gli stalker entrano nella Zona a caccia di questi oggetti e li rivendono al miglior offerente. Tenace ‘Cercatore’ dell’Istituto delle civiltà extraterrestri, Red Schouart, in arte Roscio, è sedotto dalla potenza della Zona. Rapido, fortissimo, deciso, è pronto a strisciare su un suolo imprevedibile a temperature insostenibili. L’Eldorado sembra a un passo, in quel luogo assoluto, ma non sono né la ricchezza, né il potere, né la verità che premono a Roscio: è il brivido estremo della sfida, il desiderio di ‘bucare’ lo schermo del possibile che lo spingono a trasgredire le leggi – fisiche e morali – di una comunità pavida e corrotta. Prefazione di Paolo Nori.

Picnic sul ciglio della strada di Arkadij e Boris Strugackij (in russo Пикник на обочине – Pikník na obóčine) è stato pubblicato nel 1972; fino al 1998 sono state pubblicate 38 edizioni del romanzo in 20 lingue diverse.

IL FILM STALKER DI ANDREJ TARKOVSKIJ

Dal romanzo Picnic sul ciglio della strada di Arkadij e Boris Strugackij, il regista Andrej Tarkovskij ha liberamente tratto il film di fantascienza del 1979 Stalker (in russo: Сталкер). Come già per Solaris, la pellicola rappresenta una personale interpretazione di Tarkovskij dello scritto originale. Pur essendo la trama ascrivibile al genere fantascientifico, la sua struttura narrativa, cosí come le tematiche affrontate, appartengono al cinema d’autore. Il lento e profondo viaggio catartico compiuto all’interno della cosiddetta “Zona”, dove le tre diverse concezioni della vita dei protagonisti si scontrano e si mettono in discussione, trascende i dettami del film di genere.

Esiste una Zona dove molti anni fa qualcosa di misterioso, forse una meteorite, ha distrutto le cose degli uomini. Le autorità hanno recintato questo luogo con il filo spinato e la polizia spara a vista su chiunque tenti di penetrarvi. Ma qualcuno è convinto che nella Zona esista una stanza che ha il magico potere di realizzare i desideri. Le autorità, inizialmente, hanno mandato degli uomini per perlustrarla, ma quelli non sono tornati. Gli “stalker” sono delle guide illegali, gli unici che riescono a muoversi all’interno della Zona senza rischiare la vita. Molte persone sono disposte a pagarle pur di raggiungere la Stanza dei desideri. Sarà questo il luogo verso il quale uno Stalker, insieme ad uno Scrittore e uno Scienziato, intraprenderà un viaggio rischioso, tra residui bellici, piante velenose e putridi acquitrini. Ma una volta raggiunta una stamberga fatiscente nessuno dei tre protagonisti si azzarda ad entrare nella Stanza, se lo facessero darebbero la possibilità all’umanità di realizzare le proprie aspirazioni più segrete, prima tra tutte il funesto desiderio di dominio.

La recensione del libro

A mio giudizio, un’idea insolita per un tema, quello delle visite aliene, ormai “esausto”.

ATTENZIONE: a mio parere dovreste evitare di leggere tutta la sinossi, altrimenti capite subito una delle sorprese più belle del libro (anche se qui vedo che hanno rimosso la parte che svela la sorpresa). Se vi basta, riporto questo: in una vasta porzione di territorio avviene una visita da parte di entità extraterrestri, di questi alieni non si sa assoltamente nulla a parte il fatto che se ne sono andati quasi subito abbandonando sul posto alcuni oggetti e materiali dalle proprietà tanto miracolose quanto inspiegabili (e talvolta pericolosamente letali). Il governo recinta e interdice quest’area che viene definita “La Zona”, solo alcuni coraggiosi (o pazzi) “contrabbandieri” si intrufolano all’interno di essa, sfidando i pericoli dei materiali extraterrestri per cercare di recuperare e rubare gli artefatti più preziosi per ricavare così un po’ di soldi. Questa è la storia di uno di loro.

Scritto negli anni ’70, non perde di credibilità o di attualità. Non si tratta di un Hard Sci-fi, ma di fantascienza più tendente al New Wave, ovvero una fantascienza speculativa che indaga lo spazio “psicologico” più che tecno-scientifico.

Lo stile asciutto, per quel che mi riguarda, incoraggia sia l’immaginazione e la speculazione del lettore sui temi presentati che la verosimiglianza dei protagonisti (ingegneri, contrabbandieri e ricettatori), vero cuore del racconto, e alle loro diverse reazioni alla situazione “di frontiera” che evolve durante lo svolgersi della narrazione.
Ho trovato particolarmente pregevoli le speculazioni filosofiche e sociali che emergono spesso nel testo conferendo spessore al romanzo.

Mi sento di consigliare questo romanzo sia agli amanti della fantascienza che ai non particolarmente amanti del genere.

SCOPRI ANCHE

Lo trovi su

Condividi l’articolo

Commenti

Rispondi

Scopri di più da CheLibro

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere