«La vita è così, s’invecchia e poi si muore, ma abbiamo tempo, molto tempo, fino all’ultimo istante c’è ancora un istante e poi non lo sai cosa c’è , ma adesso siamo qui e siamo insieme.»
(E Penelope si arrabbiò – Carla Signoris)
Accade a tutti. La prima che ci ha fatto i conti, mitologicamente parlando, è stata Penelope. Poi è capitato anche a noi. Forse proprio nelle vesti di amante, oppure nel ruolo del coniuge tradito, spesso alle prese con l’odioso compito di consolare l’amica ferita o disilludere quella troppo ingenua. Ma come possono durare questi amori che sembrano smarrirsi davanti alla prima difficoltà? Anna, che ha la sindrome della fiammiferaia, ce la mette tutta, però quella confessione inaspettata del marito, con la sindrome del minatore, proprio non le va giù. Poi ci sono i figli: Francesca l’aliena e Paolino in apnea. Perché i primi che vengono investiti dai terremoti sentimentali sono proprio loro. E Penelope si arrabbiò” racconta la storia di una coppia che cerca di opporre resistenza agli inciampi del destino. Sono un lui e una lei come tanti, come noi, distratti dalle fatiche quotidiane. Un lui e una lei che provano a ritrovarsi, imparando ad ascoltare quello che il tempo regala, senza dare troppo peso a quello che invece inevitabilmente sottrae. Un lui e una lei con tanti difetti che Carla Signoris riesce a descrivere con una fortissima dose di ironia, a cominciare dal coro greco delle amiche che accompagna la protagonista e che, piano piano, l’aiuta a capire che “tanto sempre e solo sirene sono. Hanno la coda e puzzano di pesce”.
Testi e informazioni tratte ed elaborate da wikipedia e dall’edizione Rizzoli
Rispondi