«Manipolare le carte, manipolare gli oggetti, sono cose che vanno molto al di là del semplice gesto di destrezza. La vera abilità del prestigiatore consiste nella capacità di influenzare le menti. E fare un gioco di prestigio riuscito significa creare una realtà. Una realtà alternativa dove sei tu a stabilire le regole. La vera differenza non è fra manipolare e non manipolare. La differenza è fra manipolare consapevolmente e manipolare inconsapevolmente.»
(Il passato è una terra straniera – Gianrico Carofiglio)
Il maggior best seller del “Grisham italiano”, vincitore del premio Bancarella nel 2005. Una parabola tinta di suspence sul sottile diaframma che divide il bene dal male. Una storia di segreti, sesso e soldi che ruota intorno all’amicizia tra due ragazzi, Giorgio, figlio di borghesi e studente modello, e Francesco, un delinquente dedito al gioco delle carte. Sullo sfondo, una Bari segreta e allucinata, teatro di stupri sui quali indaga un tenente dei carabinieri. Un giallo psicologico ad alta tensione tra romanzo di formazione, viaggio picaresco e thriller.
Giorgio, studente modello figlio di intellettuali borghesi, ha ventidue anni e una vita normale e un po’ noiosa. Senza crepe, in apparenza. Francesco è torbido, misterioso e affascinante. E baro. Le loro vite viaggiano separate fino all’incontro che segnerà il destino di entrambi. I due diventano amici e passano da una partita di carte truccata all’altra, da una bravata all’altra, in un vortice ubriacante che a poco a poco diventa un’inarrestabile discesa agli inferi. In parallelo corre un’indagine dei carabinieri su una serie di misteriose violenze. Una storia struggente sull’amicizia e il tradimento. Un’avventura picaresca in una Bari segreta e allucinata.
CURIOSITA’
Il titolo del libro riprende alla lettera la prima frase del libro L’età incerta di L. P. Hartley, che recita originariamente: “The past is a foreign land; they do things differently, there.“
IL FILM
Dal romanzo è stato tratto l’omonimo film con protagonisti Elio Germano e Michele Riondino, per la regia di Daniele Vicari uscito nelle sale nell’autunno 2008, e presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2008, dove Michele Riondino ha vinto il Premio L.A.R.A. al miglior interprete italiano.
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