Parti e omicidi di Murata Sayaka i racconti ambientati in una Tokyo futura, in cui la società si regge su regole molto diverse da quelle del nostro mondo
«Il canto delle cicale è assordante. Prendono dimora tutti gli anni tra le fronde degli alberi alle spalle dell’edificio grigio che ospita l’azienda in cui lavoro. Ce ne saranno a milioni, producono un frastuono pazzesco. Il loro frinire rimbomba all’interno della toilette delle donne, che dà giusto su quella strada alberata, penetrando attraverso le finestre di vetro smerigliato, simile a un suono elettronico distorto.
«Non avrei mai immaginato che Mizuho avesse intenzione di diventare una gestante» mugugna Chika-chan, una collega più giovane di me, mettendo il dentifricio sullo spazzolino. Io sono in piedi al suo fianco, il volto contratto in una smorfia mentre il lamento delle cicale mi trapana il cervello, sempre più forte man mano che ci inoltriamo nell’estate. «Tu ne sapevi qualcosa, Ikuko?».
«No, per niente».
«Chissà chi è la persona che ha in mente… Se non sbaglio, ora Mizuho ha trentaquattro anni. Pur mettendocela tutta e partorendo un bambino all’anno, le occorrerà perlomeno un intero decennio, arriverà ben oltre la quarantina… Fino ad allora riuscirà a pensare sempre alla stessa persona? Secondo te è possibile?».
«Mah, chi lo sa? A quanto pare non sono pochi quelli che smettono anzitempo».
Intanto ho quasi finito di applicare la crema solare sul viso. Preferisco utilizzarla anche in ufficio, perché i raggi del sole si insinuano attraverso le veneziane. Presto attenzione a stenderla bene sulla pelle, così che non restino tracce bianche. «
Sì, è vero, anche il nostro vecchio direttore ha fatto la medesima scelta, lasciando il lavoro» dice Chika-chan con un sospiro. «Quanti ne ha partoriti finora?».
«Sei, se non sbaglio. Una volta ha anche avuto dei gemelli».
«Ma come fanno? Quanto ammiro i gestanti!».
«Ammirarli? Non lo so…» dico increspando le labbra in un sorriso amaro, sorpresa dall’ingenuità della mia giovane collega. «Comunque si tratta di un’impresa non da poco»
«Sì, certo… Ikuko, in questo momento non c’è nessuno che vorresti uccidere?»»
Parti e omicidi di Murata Sayaka. Edizioni e/o. Edizione del Kindle (2024).
Parti e omicidi è una raccolta di racconti ambientati in una Tokyo di un futuro non ben precisato, in cui la società si regge su regole molto diverse da quelle del nostro mondo. Nel primo racconto, quello che dà il titolo al libro, il governo ha adottato un sistema per ovviare all’annoso problema del calo delle nascite: il Sistema dei parti e omicidi. Tutte le persone, uomini e donne, possono contribuire allo sviluppo demografico diventando “gestanti”, una nuova categoria sociale che ha l’incarico di partorire nuove vite. I gestanti capaci di portare a termine con successo dieci gravidanze sono autorizzati a uccidere un’altra persona a loro discrezione, che rientra così in un’ulteriore e nuova categoria sociale: i “morenti”. In Triade le relazioni di coppia sono ormai superate ed è pratica comune avere due partner, indipendentemente dal sesso biologico. I giovani, in particolare, si dedicano a queste nuove relazioni poliamorose, formando le cosiddette “troppie”. Un matrimonio pulito racconta di una coppia sposata intenzionata ad avere figli, avendo però deciso di non avere rapporti sessuali. I due si sono conosciuti su un sito di incontri e ritengono la famiglia ideale uno spazio “pulito” che esclude totalmente il sesso. Ultimi momenti di vita racconta di un futuro in cui, grazie ai progressi della medicina, sono ormai quasi cento anni che la morte è stata sconfitta. Non si muore più di vecchiaia, né a seguito di un incidente stradale o per un omicidio. La tecnologia moderna permette di riportare subito in vita chiunque, qualunque sia la causa del decesso.
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