Oceano Rosso di Han Song, un romanzo di fantascenza che è viaggio di formazione attraverso il cambiamento

«Nacqui in fondo agli abissi, lì dove viveva la specie umana. Nel mondo acquatico tutto era rosso e gli strati d’acqua, più o meno profondi, risplendevano come fuochi d’artificio. In una sola notte, innumerevoli organismi marini, benthos, plancton e necton avevano iniziato a brillare, mentre milioni e milioni di frammenti di metallo scarlatto di origine ignota danzavano tremolanti come spore, facendo ribollire l’acqua a temperature mai raggiunte prima. Gli esseri umani lo chiamarono «brodo primordiale». Tutto ciò che si trovava al suo interno bruciava come fuoco; le fiamme distrussero corpi, sensi e tempo, causando un’indicibile pressione che agì sui fisici deboli e fragili del popolo acquatico, rendendo ancora più ardua la già difficile sopravvivenza. 

La prima cosa che vidi alla nascita fu il corpo nudo, giovane e bello di mia madre. Questo fece sorgere in me la strana idea che l’oceano fosse di sesso femminile. Con il parto, sulla sua pelle rosea erano apparsi grappoli di macchie scure e brillanti, che trasudavano un liquido giallo e denso, espellendo il sale in eccesso. Urlando, mia madre propagò nel vasto oceano gioia e dolore, attraverso onde sonore a bassa frequenza. Poco dopo, la situazione attorno a lei si fece movimentata. 

Alcuni uomini anziani le si avvicinarono e introdussero nella grotta i loro brutti crani simili a gusci di tartaruga, ma dopo aver visto che si trattava di una donna che stava dando alla luce un bambino, nuotarono via disinteressati. Lei, sofferente, chiuse gli occhi. Dopo un po’, però, uno di loro tornò indietro con fare furtivo, portando con sé una sacca in pelle di balena, morbida e resistente. Gli occhi di mia madre si aprirono di nuovo, lentamente, emettendo una luce flebile e tremolante. L’uomo sembrava agitato. Servendosi di rattan marino, legò la sacca allo scoglio accanto alla donna e si allontanò timido. Lei lo guardò distrattamente, immaginando che fosse mio padre. Si disse che tra loro poteva esserci stato qualcosa, ma non lo sapeva con certezza: nelle profondità del mare, a causa della pressione dell’acqua, la maggior parte degli esseri umani tendeva a dimenticare, ricordando solo i fatti più recenti. Mia madre, invece, esercitava sugli uomini una pressione diversa: li seduceva, li disorientava, e ripeteva con ognuno di loro sempre le stesse azioni. In fin dei conti, sapere chi fosse mio padre non aveva alcuna importanza, o senso. Gli uomini, negli abissi, si trattenevano solo per il lasso di tempo necessario a svolgere la funzione di partner sessuali e di protettori delle donne. Subito dopo, vagavano in gruppo verso un’altra area marina, in cerca di nuovo cibo e di altre femmine. Nel mondo incandescente e brillante abitato dalla specie umana, tutti i processi erano particolarmente brevi. Funzionava così anche nei rapporti con le donne, alla fine. Questa era la realtà che avrei presto scoperto.»

Oceano Rosso: Il nostro presente/Il nostro passato di Han Song. ADD Editore. Edizione del Kindle (2023). 

Nelle profondità dell’oceano, Stellamarina nasce e cresce in un mondo brutale in cui l’umanità, organizzata per tribù, è regredita al punto di vivere al solo scopo di superare crisi ed emergenze, in continui cicli di estinzione, migrazione e rinascita. La vita nell’oceano rosso è un’esperienza claustrofobica, piena di pericoli; le donne e il cibo sono mezzi di scambio, i rapporti fraterni soccombono al cannibalismo e l’unico motivo di speranza è una leggenda secondo cui esiste una Città Sottomarina, un luogo utopico sicuro e pacifico. Stellamarina decide di partire alla sua ricerca, in un viaggio costellato di insidie e solo dopo aver trovato dentro e fuori di sé le risposte che cercava, capirà che il suo destino è diventare Re.

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