Neve sottile di Jun’ichirō Tanizaki il grande romanzo della maturità dello scrittore in cui l’erotismo si arricchisce di una profonda riflessione dell’esistenza.
«La signora Itani (tutti la chiamavano per nome, senza cerimonie) era proprietaria di un grande istituto di bellezza nei pressi dell’Oriental Hôtel di Kobe. Sachiko, che insieme con le sorelle era fra le sue clienti più affezionate, sapeva come ella fosse incline a combinar matrimoni e un giorno, dopo averle parlato di Yukiko, gliene aveva consegnato una fotografia, autorizzandola a farne uso qualora le si fosse presentato un pretendente degno di esser preso in considerazione. Trascorso qualche tempo, un bel giorno la signora Itani aveva approfittato di un quarto d’ora libero per invitare Sachiko a prendere una tazza di tè, nel vestibolo dell’albergo. Così, per la prima volta, Sachiko era stata informata di una iniziativa presa da Itani a sua completa insaputa. Dal canto suo, l’intermediaria si era profusa in scuse. Sapeva benissimo di aver agito male, iniziando i negoziati senza prima interpellare la famiglia della candidata, ma era stata spinta a comportarsi in quel modo dal timore che un indugio potesse mandare a monte un’ottima occasione. Un mese, fors’anche un mese e mezzo prima, appena aveva udito parlare di un possibile marito per la signorina Yukiko, si era affrettata a fargli pervenire la fotografia della fanciulla. Poi, non ricevendo più notizie in proposito, aveva quasi dimenticato la faccenda: invece, ora, era venuta a sapere che il candidato aveva già preso informazioni sul conto di Yukiko e della famiglia Makioka, procurandosi ragguagli anche in merito al «ramo principale» di Osaka. (Sachiko era la seconda delle sorelle Makioka. La più vecchia reggeva la casa lasciata loro dal padre in quella città.) …A proposito di Yukiko quel signore aveva voluto sapere ogni cosa: si era recato alla scuola da lei frequentata in passato, aveva interrogato la sua insegnante di calligrafia e la maestra che le aveva insegnato l’etichetta per servire il tè. Anche la storia del giornale gli era giunta alle orecchie ed era andato in redazione, per verificare se ci fosse stato un equivoco o un’interpretazione sbagliata dei fatti. A quanto pareva, i risultati di quell’indagine gli erano parsi soddisfacenti: tuttavia, aveva espresso il desiderio di incontrarsi con la signorina Yukiko, allo scopo di constatare sino a qual punto le notizie riportate dalla stampa fossero vere. Itani si diceva sicura di averlo persuaso.»
Neve sottile di Jun’ichirō Tanizaki. Guanda. Edizione del Kindle (2018).
Nel 1942 il governo giapponese imponeva la censura su “Neve sottile,” il romanzo che Jun’ichirō Tanizaki stava pubblicando a puntate su una rivista: nelle sue pagine la guerra, minacciosa e inarrestabile marea, suscitava nei personaggi sgomento e preoccupazione, non il fervore dell’allineamento. Tanizaki era ben lontano dall’urgenza degli eventi: nella storia di quattro sorelle di Osaka, degli equilibri e squilibri affettivi che giocano in seno alle famiglie, straordinaria è l’intensità dell’esperienza psicologica; mai il racconto si aggiusta nei limiti angusti di una cronaca. Ma c’è di più. Il confronto fra il modello occidentale e le antiche tradizioni nipponiche si fa materia e motivazione delle scelte, emblema dei destini personali. “Neve sottile” è il grande romanzo della maturità di Tanizaki: nelle sue pagine l’erotismo delle prime e delle ultime opere si arricchisce fino a una profonda ricognizione dell’esistenza umana.
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