«Quando è stata l’ultima volta che sei entrata nel BSL4?»
«Martedì, mi pare. Non lo vedi dal computer?»
In effetti poteva farlo, ma Toni voleva sapere se la versione di Jenny corrispondeva a quanto registrato dal computer. «E quando è stata l’ultima volta che hai aperto il «Quando è stata l’ultima volta che sei entrata nel BSL4?»
«Martedì, mi pare. Non lo vedi dal computer?»
In effetti poteva farlo, ma Toni voleva sapere se la versione di Jenny corrispondeva a quanto registrato dal computer. «E quando è stata l’ultima volta che hai aperto il “caveau”?» Il caveau era un frigorifero di sicurezza all’interno del BSL4.
Il tono di Jenny si stava facendo sgarbato. «Non me lo ricordo, ma sarà sul video.» La tastiera che azionava l’apertura del caveau metteva in funzione una telecamera di controllo che riprendeva per tutto il tempo in cui lo sportello restava aperto.
«Ricordi l’ultima volta che hai usato il Madoba-2?» Era il virus su cui gli scienziati stavano lavorando in quel momento.
Jenny rimase scioccata. «Accidenti! È quello che è sparito?» «No. Ma, comunque…» «Non credo di aver mai maneggiato un virus. Io mi occupo principalmente di colture tissutali.» Questo concordava con le informazioni di cui Toni era in possesso. «Hai notato se qualcuno dei tuoi colleghi si è comportato in maniera strana o in- solita nelle ultime settimane?»
«Mi sembra di parlare con la Gestapo» osservò Jenny.
«Comunque sia, hai visto…» «No.» «Un’ultima domanda. La tua temperatura è normale?»
«Oh, cazzo, stai dicendo che potrei avere il Madoba-2?» «Hai per caso il raffreddore o la febbre?»
«No!»
«Allora sei a posto. Hai lasciato il paese undici giorni fa… se qualcosa fosse andato storto, a quest’ora dovresti presentare sintomi simili a quelli dell’influenza. Grazie, Jenny. Probabilmente si tratta solo di un errore sul registro, ma dobbiamo assicurarcene.»
«Be’, mi hai rovinato la serata» disse Jenny, e riattaccò.
«Che peccato» commentò Toni a linea ormai chiusa. «Jenny Crawford è a posto. Una grande stronza, ma è a posto» annunciò, abbassando il ricevitore.Nel bianco di Ken Follet
Nel bianco di Ken Follet: il ritorno dello scrittore gallese al thriller un racconto ricco di suspense che affronta i temi del bioterrorismo e della minaccia delle armi batteriologiche e dalla pandemia.
È la vigilia di Natale in Scozia quando, in un paesaggio trasfigurato dalla neve e dal ghiaccio, scatta l’allarme rosso nella sede dell’Oxenford Medical, un elegante edificio vittoriano trasformato in uno dei più importanti centri di ricerca di biologia di proprietà del noto scienziato Stanley Oxenford. Nonostante i sofisticatissimi sistemi di sorveglianza, qualcuno è riuscito a sottrarre dall’area protetta due fiale del micidiale virus Madoba -2, una pericolosissima variante dell’Ebola, per cui lo staff del laboratorio sta cercando un antidoto. L’evento richiama l’attenzione dei media, mettendo a rischio la reputazione del centro di ricerca, nonché i finanziamenti da parte del dipartimento della difesa degli Stati Uniti e dà il via ad una corsa contro il tempo della quale sono protagonisti Stanley Oxenford, e Antonia Gallo, l’affascinante ex poliziotta addetta ai servizi di sicurezza dell’Oxenford Medical. Portare fuori dal laboratorio il virus significa una cosa sola: pericolo di contagio e pandemia.
Follet intreccia, ad una trama di azione e suspense, personaggi ottimamente caratterizzati, creando un thriller teso e spettacolare con spunti di riflessione sui temi delle armi batteriologiche e del bioterrorismo, sulla ricerca farmaceutica e sui rischi di una mortale pandemia.
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