Neanche gli dèi

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« […] – Tutto quello che devo fare è decifrare il pensiero di un’intelligenza non umana.

– Un’intelligenza migliore di quella umana. Gli esseri del para-universo stanno tentando di farsi capire.

– Può darsi – sospirò Bronowski – ma tentano di farlo tramite la mia intelligenza, che è migliore di quella umana, come qualche volta mi capita di pensare, ma non di molto. Qualche volta, la notte, me ne sto sveglio al buio a chiedermi se tra intelligenze diverse la comunicazione sia possibile; oppure, se ho avuto una giornata particolarmente storta, se la frase “intelligenze diverse” abbia addirittura un significato.»

Neanche gli dèi di Isaac Asimov

Neanche gli dèi di Isaac Asimov: uno dei più incredibili ed accurati esempi di xenofiction fantascientifica ed il romanzo più amato dall’autore.

Il ritrovamento, in un laboratorio, di una sostanza che, secondo le nostre leggi fisiche, non può esistere, porta un gruppo di scienziati a entrare in contatto con una razza misteriosa ed evolutissima che abita in una realtà parallela alla nostra. La scoperta provoca in breve una vera e propria rivoluzione nella scienza. Grazie alla collaborazione tra i due universi i terrestri riescono a impadronirsi di una fonte di energia apparentemente inesauribile. Ma chi sono veramente gli esseri misteriosi che si presentano come portatori di benessere? Se sono veramente degli dèi benevoli come mai dall’altra parte iniziano ad arrivare enigmatici segnali di pericolo? 
Un avvincente mistery nel quale Asimov si cimenta in modo magistrale con la rappresentazione di creature extraterrestri.

Il romanzo Neanche gli dèi di Isaac Asimov (The Gods Themselves) del 1972, ha vinto entrambi i maggiori riconoscimenti della letteratura fantascientifica, il Premio Hugo e il Premio Nebula.
L’ispirazione di Asimov per il titolo del libro e le sue tre sezioni, è una citazione da Friedrich Schiller: “Mit der Dummheit kämpfen Götter selbst vergebens.” (“Contro la stupidità neanche gli dei possono nulla.“)

Asimov descrive una conversazione nel gennaio 1971 quando Robert Silverberg si doveva riferire ad un isotopo di un atomo, semplicemente uno arbitrario, come esempio. Silverberg disse “Plutonio 186“. “Non esiste un tale isotopo” disse Asimov, “e non può esistere“. “E quindi?” rispose Silverberg. Più tardi Asimov inventò sotto quale condizione il Plutonio 186 sarebbe potuto esistere e quali complicazioni e conseguenze avrebbe portato. Doveva appartenere ad altro universo con altre leggi fisiche. E iniziò a scrivere le sue idee, che gradatamente, divennero questo libro.

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