«Ah, dottore, se anche lei potesse vedere. I numeri stanno lì, tutti insieme, in una specie di salone meraviglioso e infinito. Sa, come quelli degli alberghi di lusso. Sono lì ad accoglierci, ma non parlano. Si muovono insieme, ci richiamano e ci accompagnano oltre. Là dove le cose sembrano esistere solitarie e separate, dove il nostro raziocinio non può intendere direttamente, ma solo a piccoli passi che lentamente svelano un’unicità, una musica che fa da sottofondo a tutto. Tutto ha un senso, in quel mondo lontano. C’è armonia, c’è pace.»
(L’uomo che credeva di essere Riemann – Stefania Piazzino)
Un matematico di fama mondiale sta partecipando a un congresso ma, al momento di iniziare il suo intervento, comincia a dare segni di squilibrio: farnetica, ride senza alcun motivo. Si scopre che a farlo uscire di senno è stata l’email di un suo collega il quale, per burla, poche ore prima gli aveva annunciato che l’ipotesi di Riemann era stata finalmente dimostrata. Questo scatena nel matematico una schizofrenia che lo porta a credere di essere lui stesso Riemann. Le persone che lo fanno subito ricoverare in un centro psichiatrico si rivolgono al miglior specialista in circolazione. lo psichiatra ben presto capisce come dietro alle apparenti cure amorevoli vi sia in realtà una cricca di affaristi che altro non vuole se non approfittare del fatto che il matematico si creda Riemann per spingerlo a dimostrare davvero la sua ipotesi, cosa che permetterebbe di decifrare tutti i linguaggi crittografati che stanno alla base delle banche dati del web e di trarne profitti enormi, difficilmente quantificabili. Ma l’unico desiderio del dottore è quello di far tornare in sé il paziente per permettergli di riprendere la sua vita dal punto esatto in cui si era interrotta. la storia arriverà a un punto di svolta quando i due si imbatteranno in un ragazzino molto portato per la matematica, Filippo, dotato di un talento eccezionale, il cui destino si legherà in maniera significativa a quello del matematico e del dottore..
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