Lemon di Yeo-sun Kwon un’indagine angosciante sulla gelosia e la colpa, che disegna il ritratto di un paese diviso nei silenzi di ogni vita.
«All’epoca nessuno dei suoi compagni di scuola lo aveva mai chiamato con il suo vero nome: Han Manu. Tra i vari soprannomi che gli erano stati affibbiati c’erano «il decrepito» o «pesce d’aprile» ma l’appellativo con cui era più conosciuto derivava dai primi versi di una celebre canzone, Han-o-baeg-nyeon.* Se si storpiava il suono della n pronunciando «ha-an man-u-u-u» invece di «ha-an-man-eu-eu-eun», era tutto perfetto. Il nuovo soprannome divenne talmente popolare che «pesce d’aprile» e «il decrepito» vennero a poco a poco dimenticati. Infatti, quando qualcuno lo chiamava, intonava a squarciagola come un cantante di pansori:** «Ha-an man-u-u-u». Venni a sapere della sua esistenza solo quando ci fu l’omicidio, ma, a pensarci bene, mi sembra di aver sentito qualche volta nei corridoi della scuola qualcuno rivolgersi a lui intonando quella canzone allo stesso tempo triste e bizzarra, anche se in quel nomignolo non si percepiva ostilità o disprezzo. Dopo la disgrazia nessuno osò più chiamarlo in quel modo, anzi, nessuno poté più rivolgersi a lui. All’epoca era al suo ultimo anno delle superiori, mentre io ero al primo.»
Lemon di Yeo-sun Kwon. Il Saggiatore. Edizione del Kindle (2022).
Kim Hae-on muore il giorno dopo la finale dei mondiali di calcio in Corea del Sud. Il suo corpo, vestito solo di un abito giallo, viene ritrovato nel parco del suo liceo; il cranio spaccato da una pietra. La polizia individua subito due sospetti tra i compagni di scuola: il rampollo Shin Jeong-jun, sulla cui macchina la ragazza è stata vista salire la sera del delitto, e Han Manu, che afferma di averla incrociata di ritorno da una consegna in motorino. Ma i due hanno un alibi e così il caso si chiude senza un colpevole. C’è però qualcuno che non si arrende. Qualcuno convinto che la soluzione si nasconda proprio nei segreti degli studenti. Qualcuno talmente sconvolto dalla morte della ragazza da modellare il volto e il fisico fino ad assomigliarle. Il suo nome è Da-on, Hae-on era sua sorella, e la sua ricerca non avrà termine fino a quando non avrà scoperto la verità; in qualunque modo e a qualunque prezzo.
Con “Lemon” Kwon Yeo-sun dà voce a un’indagine angosciante sulla gelosia e la colpa, che respira le atmosfere di “Parasite”. Un’opera che attraverso diversi punti di vista disegna il ritratto di un paese diviso, rivelando quanta brutalità e abisso alberghino nei silenzi di ogni vita.
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