Le origini del male

Le origini del Male di di You-jeong Jeong, il thriller psicologico una discesa nei più oscuri recessi della mente e nelle profondità del male

«Il pavimento di marmo color argento è completamente ricoperto di macchie e impronte di sangue. Iniziano dalla porta, attraversano la camera e si fermano ai piedi del letto. Sempre che la persona che le ha lasciate non abbia camminato al contrario, qualunque cosa sia successa deve essere accaduta fuori di qui. Anche il letto è inzuppato di sangue: lenzuola, coperta e cuscino. Mi guardo. Ho grumi di sangue coagulato attaccati alla felpa, ai pantaloni della tuta e alle calze. Quindi l’odore pungente che mi ha svegliato di soprassalto non era l’avvisaglia di una crisi: era reale. Ho lasciato io quelle impronte? Che cosa è successo fuori dalla mia camera? Perché sono ricoperto di sangue? Ho avuto un attacco? In questo caso dev’essere stato serio. Mi sono forse morso la lingua durante una convulsione particolarmente violenta? Ma è possibile inzupparsi di sangue mordendosi la lingua? A giudicare dalla quantità, è più logico pensare che qualcuno mi abbia meschinamente tirato addosso un secchio di sangue di maiale o mi abbia pugnalato. Ma non provo nessun dolore, e sono entrambe ipotesi improbabili. Per non dire impossibili. Dove si trovava mamma quando è successo? Escludo di averla vista. Mamma segue abitudini molto rigide per quasi tutto nella vita, dai pasti all’andare in bagno, alla ginnastica. Anche sul dormire è rigorosa. Va a letto ogni sera alle nove dopo avere preso uno dei sonniferi prescritti dalla zia. Io devo essere a casa prima di quell’ora. Le uniche eccezioni in cui non segue la sua routine sono quando arrivo in ritardo. Per Hae-jin le regole sono diverse. Mamma giustifica il suo comportamento discriminatorio con il fatto di non essere preoccupata che gli venga un attacco in mezzo alla strada a tarda sera. Non è giusto, ma devo accettarlo; sempre meglio che farmi vedere a contorcermi come un calamaro sulla griglia. Non voglio crollare per terra in mezzo alla gente, o magari sui binari in attesa del treno, o avere le convulsioni in strada ed essere investito da un autobus. Per questo corro di notte. Anche per colpa del coprifuoco, sguscio fuori dalla porta di ferro sul tetto quasi fossi affamato di oscurità.»

Le origini del Male di di You-jeong Jeong. Feltrinelli. Edizione del Kindle (2021). 

Yu-jin si sveglia una mattina nel proprio letto ricoperto di sangue. Non solo il suo corpo, ma tutta la stanza ne è imbrattata. Lui non ricorda quasi niente della notte appena trascorsa, solo di essere uscito a correre per distendere i nervi. O meglio, di essere sgattaiolato fuori di casa, visto che sua madre non deve sapere delle sue scappatelle notturne. Da quando sono morti il padre e il fratello maggiore, Yu-jin segue una terapia di psicofarmaci che tiene a bada l’epilessia di cui soffre, ma che gli procura terribili effetti collaterali: emicranie atroci, acufeni, attacchi di rabbia. E vuoti di memoria. Ecco perché non ricorda cosa sia successo per ritrovarsi in quello stato. Quando cerca di ricostruire gli eventi della notte precedente esplorando l’appartamento in cui vive con la madre e il fratello adottivo Hae-jin, Yu-jin trova in cucina il cadavere della donna con la gola tagliata. Nella notte ha chiamato il suo nome – in cerca di aiuto, o per supplicarlo? E questo è solo l’inizio. Un thriller psicologico che esplora i misteri della mente e della memoria e il rapporto contorto fra madre e figlio.

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