La trilogia dei re di Acheng Zhong uno dei maggiori esponenti della
xungen wenxue, la “letteratura delle radici” libera dalle influenze occidentali e più vicina alla tradizione cinese.

«Il trattore che portava i giovani istruiti entrò nella valle e finalmente si fermò in una piccola radura. I giovani, che lungo tutto il tragitto avevano ammirato il paesaggio incontaminato, capirono di essere giunti a destinazione e saltarono giù dal carro con entusiasmo. Su un lato della radura c’erano alcune casupole con il tetto di paglia. Davanti a queste una fila di persone, alte e basse, vecchie e giovani, ci guardava con la bocca spalancata. Erano quasi immobili. I bambini guizzarono via come pesci. Il segretario del partito che ci aveva accompagnato si spazientì e gridò: – Venite a dare il benvenuto! –. Allora si fece avanti un uomo basso che, forzando un sorriso, venne a darci la mano impacciato. Le ragazze tesero le loro, ma lui non le strinse. Dopo essersi sfregato le mani, andò a stringere solo quelle di noi maschi. Sul viso di quelli cui aveva stretto la mano vidi apparire una strana espressione. Mentre mi chiedevo come mai, giunse il mio turno. Gli porsi la mano e guardandolo dissi: – Buongiorno –. Fu come se la mano mi fosse stata schiacciata nella fessura di una porta. Stavo per lanciare un grido, ma lui era già passato oltre. Noi maschi volevamo mostrarci forti e nessuno emise il benché minimo suono, limitandosi a scuotere la mano di tanto in tanto. – Basta stringer mani, Grumo, aiuta gli studenti a scaricare i bagagli – disse il segretario. L’uomo basso interruppe i saluti e andò a fianco del trattore per prendere i bagagli che gli venivano passati da sopra. Uno dei giovani, Li Li, amava molto leggere. Tra i bagagli c’era una grande cassa di legno piena dei suoi libri. Ci volevano quattro persone per spostarla. Noi eravamo andati tutti a scuola e provavamo rispetto per quella cassa.»

La trilogia dei re di Acheng Zhong. Edizioni Theoria. Edizione del Kindle (2019). 

Su uno sfondo umile e contadino si sviluppano le vicende dei tre “re” che sono stali ispirati dall’esperienza giovanile dell’autore nelle campagne. Le tre opere qui raccolte sono “Il re degli alberi”, “II re dei bambini” e “Ere degli scacchi”. La parola “re”, che funge da collante nell’intera trilogia, rappresenta di volta in volta un povero individuo, ricco soltanto di ciò che conquista con il proprio agire: in particolare nel primo racconto simboleggia il Grumo, ostinato boscaiolo custode della natura; nel secondo identifica con ironia un “”giovane istruito” che deve improvvisarsi insegnante – in Cina gli insegnanti sono chiamati “re dei bambini”; e nell’ultimo rappresenta un giovane estremamente povero che trova il suo riscatto morale nel gioco degli scacchi. Scritti per un’urgenza interiore, e non con la precisa intenzione di essere pubblicati, tramite una scrittura semplice e uno stile che ricorda quello dei cantastorie dell’antichità, Acheng riesce a delineare con precisione i tratti del grande paese negli anni tumultuosi che seguirono la rivoluzione culturale.

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