«Sulle loro piccole groppe si disegnavano i muscoli al massimo sforzo, i collarini cigolavano, gli zoccoli raschiavano sul propulsore, che a quel punto si stava avviando, si muoveva, stava partendo. La propulsoslitta si mise in marcia, facendo stridere la neve sotto i pattini.
Raspino infilò il frustino nel fodero e prese a guidare il timone. La propulsoslitta stava uscendo dal cortile. DI cancelli lì non ce n’erano, al loro posto si vedevano solo due pai malridotti. Il veicolo vi passò in mezzo, Raspino lo indirizzò sulla strada maestra e, schioccando la lingua, fece l’occhiolino al dottore.“Si scivola!”»
La tormenta di Vladimir Sorokin. (Bompiani 2016)
La Tormenta di Vladimir Sorokin, il potente ritratto della Russia di oggi in una grottesca e surreale metafora
Platon Il’ic Garin, medico di provincia, cerca disperatamente di raggiungere il villaggio di Dolgoe, dove una misteriosa epidemia sta decimando la popolazione. Ha con sé il vaccino, ma il suo percorso è ostacolato da una tempesta di neve impenetrabile. Riesce a trovare un passaggio di fortuna, ma il viaggio, che dovrebbe durare solo poche ore, diventa un’esperienza quasi onirica, una spedizione fitta di incontri straordinari, fughe disperate, visioni confuse e avventure amorose in un paesaggio che deve molto alle campagne russe descritte da Cechov. “La tormenta” è un’opera che mescola sensibilità avanguardista e gusto per il grottesco, e nel solco di Lev Tolstoj ci offre un ritratto potente della Russia di oggi.
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