La confraternita dei Giardinieri

Cosa accomuna un manipolo di mercanti e giardinieri inglesi, un intraprendente agricoltore americano e il botanico svedese piĆ¹ famoso di tutti i tempi? Fairchild, Miller, Bartram, Collinson, Banks, Linneo: sono solo alcuni membri della “confraternita dei giardinieri” che, con ruoli, motivazioni e interessi diversi, nel corso del Settecento animarono una vera e propria “rivoluzione botanica”, cosƬ profonda e invasiva da aver dato forma non solo ai giardini e ai parchi inglesi cosƬ come oggi possiamo ammirarli, ma perfino a un “paesaggio psicologico” di provata “britannicitĆ ”, un tratto inconfondibile nei costumi e nelle propensioni di un popolo. Sullo sfondo delle grandi esplorazioni di James Cook e degli anni cruciali che portarono alla nascita degli Stati Uniti d’America, il giardino all’inglese non divenne solo il passatempo e l’ossessione per milioni di inglesi – oltre che un lucroso affare per molti di loro – ma simbolo e veicolo stesso dell’Illuminismo, espressione visiva di un paese famoso per essere la “sede della libertĆ ”. In pochi decenni, quei pionieri riuscirono a unire orticoltura pratica, botanica sistematica ed espansione coloniale in un progetto omogeneo, rafforzando il potere imperiale di una nazione sul mondo: questo libro, a metĆ  tra il saggio e il romanzo storico, ripercorre l’avventura di coloro che riuscirono a plasmare con le proprie mani il “capolavoro della natura” e a penetrarne i segreti.

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