Il grido silenzioso, la riscoperta catartica delle origini dal premio Nobel Kenzaburō Ōe

Due fratelli, Mitsu e Taka, fanno ritorno al loro villaggio d’origine nel Sud-ovest del Giappone. Vivono in maniere diverse il senso di distruzione e sradicamento che li ha investiti e la difficile ricomposizione del loro universo psichico e sociale, mitico e storico, dal quale si scoprono ancora dipendenti. Il motore di questa macchina narrativa è il contrasto tra i due protagonisti: Mitsu l’introverso, il pensatore disincantato e scettico, poco incline all’azione, condannato da un incidente ad avere un occhio aperto sulle tenebre; Taka l’idealista, l’aggressivo e misterioso fratello minore, si identifica con i personaggi scomodi e perdenti della famiglia. Saga famigliare, parabola politica, drammatica confessione in cui si fondono la ricomposizione dei sentimenti, la dignità cercata oltre le angosce prodotte dalla storia, la speranza ritrovata al termine di un crudele e liberatorio ritorno alle origini, Il grido silenzioso è una tragedia moderna che dà forma a un mondo immaginario di straordinaria ricchezza.

Il romanzo vinse il Premio Tanizaki nel 1967, nel 1973 il Premio Noma e nel 1982 il Premio Yomiuri-bungaku.

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