I canti di Hyperion

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«[…] la città dei poeti era davvero bella, un pizzico dell’Atene di Socrate, con l’entusiasmo intellettuale della Venezia del Rinascimento, il fervore artistico della Parigi degli Impressionisti, la vera democrazia del primo decennio di Orbit City e il futuro illimitato di Tau Ceti Centro. Però alla fine non era niente di tutto questo, ovviamente. Era solo il prato claustrofobico di Hrothgar, con il mostro in attesa nelle tenebre esterne. Avevamo il nostro Grendel, certo. Avevamo anche il nostro Hrothgar, se si guarda un po’ di sghembo il profilo dinoccolato di re Billy il Triste. Ci mancavano solo i nostri Goti; il nostro grande Beowulf, dalle spalle larghe e dal cervello minuscolo, con la sua banda di allegri psicopatici. Così, non avendo un Eroe, ci adattammo al ruolo di vittime e componemmo i nostri sonetti e riprovammo i nostri balletti e svolgemmo i nostri rotoli di pergamena, mentre per tutto il tempo il nostro Grendel di spine e d’acciaio riempiva di paura la notte e mieteva femori e cartilagini.»

Hyperion di Dan Simmons

Hyperion di Dan Simmons: il primo corposo romanzo di fantascienza Space Opera della tetralogia dei Canti di Hyperion con sconfinamenti nel cyberpunk e nell’horror, tra echi di Fitzgerald (il caso di Benjamin Button) e le atmosfere di “Cuore di Tenebra” di Conrad in una cornice narrativa che riprende i racconti di Canterbury di Chaucer ed in qualche modo “dieci piccoli indiani” della Christie, innaffiate di citazioni dell’omonimo poema Iperione di John Keats.

By Carlo Kimbote

I Canti di Hyperion (The Hyperion Cantos) è una tetralogia di romanzi di fantascienza scritta da Dan Simmons e pubblicata tra il 1989 e il 1997.

I romanzi che compongono il ciclo sono i seguenti:
1. Hyperion (id., 1989)
2. La caduta di Hyperion (The Fall of Hyperion, 1990)
3. Endymion (id., 1995)
4. Il risveglio di Endymion (The Rise of Endymion, 1997).

La tetralogia è spesso classificata come fantascienza di genere space opera, malgrado la notevole commistione di temi (cyberpunk, post-apocalittico, horror, metafisica) e stili differenti, e viene considerata una delle opere di fantascienza “epica” più importanti della fine del XX secolo. Il primo romanzo della serie vinse i premi Hugo e Locus nel 1990.

ATTENZIONE:

Il ciclo si divide in due archi narrativi: il primo comprendente i libri: Hyperion e La caduta di Hyperion (il primo libro non è autoconclusivo); il secondo comprendente: Endymion e Il risveglio di Endymion (anhe in questo caso, il primo libro non è autoconclusivo).

HYPERION

Nel 2700 gli esseri umani, grazie allo sviluppo della tecnologia dei teleporter, si spostano istantaneamente nella galassia, ma un terribile esperimento, il Grande Errore, ha causato la distruzione della Terra e la diaspora dell’uomo nello spazio, dando vita così a una nuova federazione che unisce tutti i mondi abitati: l’Egemonia dell’Uomo. Alla vigilia dell’Armageddon, sette pellegrini affrontano un ultimo viaggio verso Hyperion, in cerca delle risposte agli enigmi della loro vita. Ognuno di loro deve raccontare agli altri la propria storia, per farsi conoscere e dimostrare di non essere una spia. I racconti dei sette ruotano intorno ai mondi e alle difficoltà che circondano lo spazio: dalla minaccia degli Ouster, discendenti dei primi coloni che fanno a meno della tecnologia, al ruolo della Chiesa Shrike, temuta da tutti. E in questi racconti, di una bellezza sfolgorante, sta la chiave che permetterebbe loro di salvare l’umanità.

LA CADUTA DI HYPERION

I sette pellegrini hanno raggiunto le Tombe del Tempo di Hyperion e sono al cospetto dello Shrike; intorno a loro divampa lo scontro tra
gli Ouster e le forze dell’Egemonia. John Keats, una macchina umana costruita dalle Intelligenze Artificiali in cui è stata ricreata la coscienza del poeta, riesce a scoprire dove risiede il loro nucleo operativo, ma il fatto che si trovi all’interno dei teleporter comporta conseguenze inquietanti: bisognerebbe riportare indietro l’orologio dell’evoluzione umana, evitando così di soccombere alle Intelligenze attraverso la distruzione della Rete su cui si fonda l’Egemonia. Mentre i capi dell’Egemonia si trovano di fronte a una scelta di vita o di morte, il destino dei pellegrini si unisce inesorabilmente con quello dell’intera umanità.
Con La caduta di Hyperion, Dan Simmons descrive un mondo decadente e profondo, dove la fantascienza trova la sua massima espressione
e ci regala un romanzo indimenticabile.

ENDYMION

Sono passati 300 anni e l’universo è sotto il potere della Chiesa dei cristiani rinati: i suoi seguaci sono resi immortali grazie a un parassita, e chi non si converte è destinato a morire. Raul Endymion uccide accidentalmente un uomo durante una battuta di caccia, per poi ritrovarsi in uno strano stato tra la vita e la morte. Viene salvato da uno dei pellegrini di Hyperion, Martin Sileno, e si trova così coinvolto nella fuga della giovane Aenea dalle legioni della Pax, intenzionate ad annientare i suoi poteri messianici. Aenea, figlia dell’unione di John Keats e di una dei pellegrini, fugge con Endymion attraverso vari pianeti, entrando in contatto con culture e razze diverse. La ragazza si troverà al centro della battaglia tra lo Shrike e il clone Rhadamanth, inviata dalle Intelligenze Artificiali disposte a tutto pur di cancellare la storia degli uomini.

IL RISVEGLIO DI ENDYMION

Anno 3131. Il pellegrino padre Lenar Hoyt, nominato papa Urbano XVI, proclama la crociata definitiva contro i rinnegati Ouster, muovendo contro di loro la flotta spaziale messa a disposizione dalla Pax. Intanto, Aenea e tutti i suoi nuovi fedeli lottano per distruggere la Chiesa dei cristiani rinati e ripristinare l’equilibrio tra la vita e la morte: gli uomini non devono dimenticare che l’esistenza eterna non si addice alla loro vera natura. Chi sono veramente gli Ouster e quali sono i loro scopi? E qual è l’effettiva funzione del misterioso crucimorfo? E soprattutto da dove… o da quando viene il sanguinario Shrike? Domande che devono trovare una risposta, per salvare l’universo e, allo stesso tempo, l’anima di un uomo.

La recensione

Si tratta di un corposo romanzo di fantascienza Space Opera con sconfinamenti nel cyberpunk e nell’horror.

Partiamo dal fatto che i Canti di Hyperion si dividono in 2 archi narrativi: il primo comprende Hyperion e la caduta del suddetto; il secondo Endymion e il risveglio del summenzionato.

Per quanto riguarda il primo arco (di cui Hyperion è il primo libro), non rimarrete delusi: all’interno si trova materiale per sei romanzi. Ci sono echi di Fitzgerald (il caso di Benjamin Button) e le atmosfere di “Cuore di Tenebra” di Conrad in una cornice narrativa che riprende I racconti di Canterbury di Chaucer ed in qualche modo “dieci piccoli indiani” della Christie, innaffiate di citazioni dell’omonimo poema Iperione di John Keats (che solo nel secondo libro riusciremo a metabolizzare e contestualizzare nel quadro generale).

Lo stile è raffinato e gustoso a tratti poetico, ma per gli impreparati, o per coloro che sono abituati a letture asciutte e scattanti può risultare pesante.
La trama è molto articolata ed accattivante. Non si risparmiano colpi di scena e soluzioni ingegnose, ed i personaggi sono ben delineati ed approfonditi. La tecnologia è originale e verosimile ma non è un libro di fantascienza hard, e quindi non siamo in presenza di un romanzo pieno di tecnicismi, ma piuttosto incentrato sulle implicazioni esistenziali e sociali che la tecnologia fornisce. A tratti metafisico.
Presenti anche speculazioni sulla figura dell’artista e del suo rapporto con l’opera (la parte di Martin Sileno); sulla figura della condizione di padre ed il “dilemma di Abramo” (Sol Weintraub); sulla religione ed i confini della “devozione” (Lenar Hoyt); sull’amore, il tradimento ed il sacrificio (Brawne Lamia, il Console dell’Egemonia, colonnello Fedmahn Kassad).

ATTENZIONE poi perché il libro HYPERION NON FINISCE. Occhio perché se iniziate questo dovrete leggere anche la caduta di Hyperion se volete sapere come va a finire almeno questo arco narrativo. Ne vale la pena, ma è un’altra manciata di centinaia di pagine. E se non siete preparati quando lo acquistate, potreste ritrovarvi a maledire gli dèi di Hyperion per quattro settimane.
Ma comunque dovete leggere il seguito quasi subito dopo perché altrimenti perdete il filo e dovete rileggerlo. A me è capitato e non è uno scherzo.

E comunque NON può NON essere letto dagli amanti del genere perché è un classico.

Consigliato anche ai non amanti del genere ma con molta cautela, pazienza e impegno: non è Asimov.

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