Grida di Lu Xun

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Grida di Lu Xun

«Oggi niente luna. So che non è un bel segno. Quando sono uscito pieno di cautele, il vecchio signor Zhao mi ha guardato in modo strano, come se mi temesse, come se volesse farmi del male. Poi c’erano altre sette o otto persone che parlavano di me bisbigliandosi all’orecchio, ma con la paura che me ne accorgessi. Per la strada facevano tutti così. Il più spavaldo ha spalancato la bocca facendomi un sorriso, perciò ho provato un senso di gelo dalla testa ai piedi, sapevo cosa stavano tramando, è già tutto organizzato. Ma non ho avuto paura e ho continuato per la mia strada. Davanti a me c’era un gruppo di bambini, e anche loro discutevano di me. Avevano la stessa espressione del vecchio signor Zhao e anche loro avevano il viso terreo. Cosa mai posso aver fatto a questi bambini perché mi guardino così?, ho pensato. E non ho potuto fare a meno di gridare: «Ditemelo!», ma sono scappati. Così ho pensato: perché dovrebbe avercela con me il vecchio signor Zhao? E i passanti che incrocio per strada? L’unica cosa che ricordo è quando vent’anni fa diedi un calcio ai libroni di storia e agli annali dinastici del Signor Antichità che certo non ne è stato contento. Sebbene il signor Zhao non lo conosca, di sicuro ne ha udito parlare e si è sentito oltraggiato al posto suo. Così si è accordato con i passanti per farmela pagare. Ma i bambini? A quel tempo non erano ancora nati! Per quale motivo oggi mi hanno fissato sgranando gli occhi come se avessero paura di me, come se volessero farmi del male? Questo mi fa davvero paura, ne sono stupito e ferito. Adesso ho capito, gliel’hanno insegnato i loro genitori!»

Dal racconto “Diario di un pazzo” – dalla raccolta Grida di Lu Xun. Sellerio. Edizione del Kindle (2021). 


Con lo scrittore Lu Xun (1881-1936) inizia, nei primi del Novecento, la letteratura cinese moderna. Autore di opere narrative e in più scritte nella «lingua piana», più comunemente parlata («il fondatore della lingua cinese moderna», lo presentava Dario Fo), completava, grazie a queste sue decisive innovazioni, due rivoluzioni nella tradizione. Nel Celeste Impero solo le opere poetiche avevano le doti per essere considerate vera letteratura, mentre ne era esclusa la narrativa, e per di più dovevano essere composte in lingua letteraria, cioè aulica, artificiale, poco comprensibile a chi era fuori dalle élite. Questa spinta al cambiamento è spesso evidente nelle situazioni e nei personaggi dei suoi racconti, che per lo più parlano di storie piccole, quotidiane, che dipingono in modo vivacissimo la vera vita nei villaggi e nei quartieri delle persone vere, incastrate nelle ironie, o nei paradossi, o nelle tragedie della loro esistenza. In uno stile ondeggiante tra il satirico e il grottesco. Opere che fra l’altro in generale mostrano la forza universale del genere racconto, capace di trasmettere in un lampo di immediatezza la colorazione emotiva di una condizione, per quanto lontana. Di farla sentire. Lu Xun fu introdotto in Italia fin dalla metà del secolo scorso, con rare anteprime precedenti. Interessava la varietà del suo lavoro, dal saggio al racconto; e probabilmente attirava che l’autore rappresentasse contemporaneamente due aspetti, gli sforzi di un enorme paese per entrare nella modernità e il peso e le permanenze di una civiltà antichissima e ammirevole. “Grida” è il primo dei tre volumi dell’edizione completa dei suoi racconti, in una nuova traduzione originale. Scrive nella Postfazione Nicoletta Pesaro che ha curato il volume: «Ma l’intuizione e la genialità dello scrittore, sicuramente il più significativo e influente di tutto il secolo scorso in Cina, non si manifestano soltanto nell’aver promosso la narrativa nel sistema letterario cinese; la forza e la passione riformista e rivoluzionaria, una straordinaria e suggestiva potenza artistica, il dualismo fra tradizione e modernità così come lo scarto tra volontà illuministica dell’intellettuale e la pessimistica constatazione dell’inerzia del popolo contadino, uno stile, infine, irregolare e a tratti spigoloso che coglie spunti sia dall’esperienza del racconto russo e dell’est europeo sia dalla tradizione lirica cinese: tutti questi elementi rendono irripetibile e artisticamente eccezionale la sua narrativa».

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