Gli ultimi uomini sulla terra 2# i romanzi post-apocalittici socio-ecologici sui sopravvissuti

Con l’uscita nelle sale cinematografiche dell’ultimo capitolo di “Mad Max” ed a ridosso dell’uscita su Urania Collezione de “l’ultima spiaggia di Nevil Shute”, abbiamo deciso di dedicare questo percorso di lettura ad uno dei sottogeneri in voga degli ultimi anni: il post-apocalittico.

Come molti sanno, ed altri meno, il post-apocalittico, può essere un sottogenere del fantasy o dell’horror, ma solitamente lo si ritrova come sottogenere della fantascienza (in quanto molto spesso vien rappresentato nel futuro e può denunciare il pericolo derivante dall’impiego di armi nucleari, di ricerche o impiego di armi batteriologiche, chimiche, o di altro genere infestante, e via di questo passo).
Ciò che contraddistingue il sottogenere post-apocalittico, come ben s’intuisce dal nome, è di essere ambientato in un mondo o in un epoca colpiti da una catastrofe di proporzioni globali o universali che ha cancellato completamente o parzialmente la civiltà così come la conosciamo (o la conoscevano gli autori all’epoca in cui li hanno scritti) e la popolazione, lasciando ai pochi sopravvissuti l’onere di continuare a sopravvivere alle ripercussioni di tale evento distruttivo e, in alcuni casi, di ricostruire una nuova civiltà dalle ceneri di quella vecchia.
Il teatro degli eventi in questione, solitamente è un mondo ostile che, a seconda del caso, può avere gettato la civiltà in una sorta di medioevo tecnologico e sociale dominato dalla barbarie nel quale i sopravvissuti alla catastrofe devono continuare lottare con predoni o con gli sgherri di signorotti locali per continuare a “sopravvivere”, oppure essere addirittura la storia dell’ultimo sopravvissuto della razza umana ad un evento catastrofico.

La differenza tra il sottogenere “apocalittico” e quello “post-apocalittico” è determinato dal focus temporale degli eventi narrati, ovvero: il sottogenere “apocalittico” implica che la trama del romanzo sia focalizzata sulla la narrazione dello sviluppo dell’evento catastrofico e che dunque vi sia una parte in cui vengono narrati gli eventi precedenti e contemporanei al cataclisma, con tutte le tematiche che essi comportano (tra le quali anche la possibilità di fermare o contenere l’evento distruttivo); il sottogenere “post-apocalittico”, come già evidenziato, necessita invece che il romanzo narri principalmente vicende occorse dopo l’evento catastrofico, siano esse a distanza di pochi minuti che di millenni.

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Questo specifico articolo è il primo di 5 articoli che cercheranno di dare una visione il più ampia possibile di questo sottogenere. Gli articoli di questo percorso di lettura saranno:

  1. GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 1# POST-ATOMICO
  2. GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 2# POST-APOCALITTICI SOCIO-ECOLOGICI
  3. GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 3# POST-APOCALITTICI FILOSOFICO-ESISTENZIALI
  4. GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 4# HORROR POST-APOCALITTICI
  5. GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 5# GLI ALBORI DEL POST-APOCALITTICO

I titoli delle opere sono ordinati in ordine cronologico di stesura (non di pubblicazione).

ROMANZI POST-APOCALITTICI SOCIO-ECOLOGICI

BIOHAZARD

Non di sola guerra nucleare può perire il mondo, e con esso l’umanità, bensì, come già narrato dai precursori del sottogenere e da evidenti prove sotto gli occhi di tutti, anche da catastrofi naturali, ambientali causate dall’uomo e virali. Sono questi i romanzi post-apocalittici socio-ecologici in cui la catastrofe è scatenata da un vettore naturale come l’epidemia di un virus (sia esso sfuggito ad un laboratorio o frutto di normale routine da parte di madre natura), oppure da una catastrofe ambientale scatenata dall’uomo attraverso l’inquinamento (come ad esempio il surriscaldamento del globo, e similari), o ancora per mezzo di una sconsiderata corsa alle manipolazioni genetiche sull’ambiente, o anche per l’impiego di armi batteriologiche, chimiche o di altro genere “non atomico”. Il risultato è un insieme di opere che hanno spesso come denominatore comune una chiave ecologica o di monito verso un utilizzo sconsiderato delle nuove tecnologie.

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LA MORTE DELL’ERBA (The Death of Grass, 1956) di John Christopher

La morte dell erba

Tra i primi romanzi post-apocalittici socio-ecologici, troviamo The Death of Grass di John Christopher del 1956. John e David Custance sono due fratelli molto diversi. John ha scelto di vivere a Londra con moglie e figli per la carriera di ingegnere civile, mentre David, scontroso e indifferente al fascino della vita cittadina, è rimasto a Blind Gill, per gestire la fattoria del nonno. Ma quando dalle piantagioni del sud est asiatico sbarca in Europa il virus Chung Li, i due fratelli si ritrovano uniti come quando erano bambini. A Londra la situazione è critica: le nazioni che vivono principalmente di agricoltura sono in ginocchio e le materie prime scarseggiano. E anche quando alcuni batteriologi sembrano aver trovato un rimedio, sfortuna vuole che il Chung Li reagisca all’antidoto mutandosi in un virus violentissimo che annienta tutte le graminacee: grano, avena, mais e persino l’erba. E’ il caos. La rivolta dilaga, i negozi vengono razziati, il crimine cresce a dismisura. John decide di portare la famiglia a Blind Gill, dove David ha fortificato la fattoria e fatto scorta di derrate e beni di prima necessità.

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IL MONDO SOMMERSO (The Drowned World, 1962) di James Graham Ballard

IL MONDO SOMMERSO

Il secondo posto tra i primi romanzi post-apocalittici socio-ecologici, lo occupa The Drowned World del grande J. G. Ballard nel 1962. Lo scienziato Robert Kerans fa parte di una squadra di ricercatori diretta dal colonnello Riggs che ha l’incarico di perlustrare quel che resta di intere città sommerse dalle acque in seguito a una catastrofe naturale di dimensioni straordinarie. Una sessantina di anni prima delle tempeste solari hanno causato un surriscaldamento globale che a sua volta ha prodotto lo scioglimento dei ghiacci polari e quindi un innalzamento delle acque a livello planetario. Ora, con temperature roventi, tropicali anche ai poli, e in mezzo a lagune malsane, ci si trova di fronte a metropoli irriconoscibili, precipitate come sono in un’atmosfera primordiale, e ai sopravvissuti di una civiltà scomparsa, psicopatici, malnutriti, contaminati dalle radiazioni.

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LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Parable of the Sower, 1993) di Octavia E. Butler

La parabola del seminatore di Octavia E. Butler

Più avanti, nel 1993, troviamo tra i romanzi post-apocalittici socio-ecologici, Parable of the Sower di Octavia E. Butler.

In un’America del futuro devastata dal cambiamento climatico, in cui le risorse si stanno esaurendo e il caos ha preso il sopravvento sulla legge, solo alcune piccole comunità isolate conservano una parvenza di ordine sociale, difese da muri contro le bande di disperati che saccheggiano, violentano, incendiano. È in una di queste enclave che vive Lauren, un’adolescente dalle straordinarie doti percettive, empatica e determinata, sempre più preoccupata per la violenza che preme da fuori e a cui il mondo degli adulti – primo fra tutti suo padre, il pastore battista della comunità – sembra impreparato. Nei quaderni dove annota le sue osservazioni, Lauren dà progressivamente forma a una nuova religione, «il Seme della Terra», fondata sull’idea del cambiamento, dell’adattabilità e dell’iniziativa individuale. Quando gli ultimi argini al dilagare della violenza verranno meno, sarà il Seme della Terra a sostenere Lauren e i suoi compagni in un rocambolesco esodo verso la salvezza. “La parabola del seminatore” è l’opera della maturità di Octavia Butler. Echi biblici, temi sociali e ambientalismo si fondono con ritmi e atmosfere da romanzo d’avventura, dando vita a un personaggio femminile profetico e modernissimo che incarna inquietudini, sfide e speranze del nostro tempo.

Il seguito, LA PARABOLA DEI TALENTI (Parable of the Talents, 1998di Octavia E. Butler è esaurito e fuori catalogo.

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LA TRILOGIA DI MADDADDAM di Margaret Atwood

La trilogia di MaddAddam, è formata dai romanzi post-apocalittici socio-ecologici L’ultimo degli uomini seguito da L’anno del Diluvio e da L’altro inizio.

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L’ULTIMO DEGLI UOMINI (Oryx and Crake, 2003) di Margaret Atwood

l'ultimo degli uomini atwood

Uomo delle Nevi vive su un albero vicino al mare, avvolto in un lenzuolo sporco. Non sa che ore sono, nessuno lo sa più. Cerca cibo e medicine nelle terre desolate e infestate da ibridi di animali. Fruga tra i resti e rimugina sulle scelte che hanno portato la Terra al tracollo, in nome di una scienza onnipotente. Si abbandona al ricordo di Oryx, donna enigmatica e quieta, e al rancore per l’amico Crake, responsabile del disastro. Uomo delle Nevi cerca una spiegazione, per sé e per i “figli di Crake”, unica forma di vita intelligente sopravvissuta sulla Terra, frutto esemplare dell’ingegneria genetica. Uomo delle Nevi è solo. È “l’ultimo degli uomini”. E il suo è un mondo che potrebbe essere a pochi anni, a poche folli decisioni di distanza da quello in cui viviamo.

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L’ANNO DEL DILUVIO (The Year of the Flood, 2009) di Margaret Atwood

L'anno del Diluvio di Margaret Atwood

In un mondo pericolosamente vicino al nostro, la Creatura si è sostituita al suo Creatore e, grazie all’ingegneria genetica, ha stravolto la Natura. La fede nella scienza è ormai un credo assoluto, integralista, fanatico. Tutto si vende, tutto si compra – l’identità, il sesso, la giovinezza – ma a che prezzo? Eppure c’è chi ha deciso di sottrarsi a questa logica perversa e distruttiva: è la setta dei Giardinieri di Dio. Novelli Adami e Ève, vivono nel sacro rispetto delle Specie animali e vegetali del pianeta sfuggite all’estinzione, cercando di convertire gli altri esseri umani in vista dell’imminente catastrofe. Anno venticinque del calendario dei Giardinieri di Dio: la profezia si è avverata, un Diluvio Senz’Acqua si è abbattuto sul pianeta, l’umanità è decimata. Un quadro desolante, in cui però si apre un flebile spiraglio: due voci, quelle di Toby e Ren. Un tempo adepte dei Giardinieri di Dio, si ritrovano catapultate in un mondo stravolto e scoprono che la lotta per la sopravvivenza è appena iniziata. Armate unicamente dell’amicizia che le unisce e animate dal desiderio di ritrovare i compagni di un tempo, si avventurano in un coraggioso viaggio, costellato di pericoli a ogni angolo. Che ne sarà di loro? Faranno sorgere una nuova alba per la specie umana, oppure ogni speranza di vita è ormai perduta per sempre?

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L’ALTRO INIZIO (Maddaddam, 2013) di Margaret Atwood

L'altro inizio

Sul pianeta Terra è tempo di contare i sopravvissuti al Diluvio Senz’Acqua, il devastante flagello scatenato dall’azione sconsiderata dell’uomo, illuso di poter controllare la propria esistenza abusando della scienza. I pochi umani scampati, accompagnati dai Craker, la specie pacifica, creata in laboratorio, tentano di riprendere la propria vita nel villaggio-rifugio. Ma la convivenza di questi mondi, l’umano e il transgenico, si regge su un equilibrio molto precario, che rischia di spezzarsi sotto il peso di incomprensioni e sospetti reciproci, e delle terribili minacce di morte che continuano a giungere dall’esterno. E mentre Toby, ex Giardiniera di Dio, esperta di funghi e api, tenta di mediare tra le parti, sostenuta dalle amiche Ren e Amanda, Zeb, l’uomo che lei ama, in un disperato atto di rivincita parte alla ricerca di Adamo 1, fondatore della religione dei Giardinieri.

LA TRILOGIA DEL SILO (2011-2014) di Hugh Howey

La trilogia del silo, è formata dai libri Wool (Wool, 2011) seguito da Shift (Shift, 2012) e da Dust (Dust, 2013).

Percorso di lettura il genere distopico post apocalittico Trilogia del silo di Hugh Howey rassegna di romanzi distopici post-apocalittici

Tra i romanzi post-apocalittici socio-ecologici, troviamo poi il caso letterario di Hugh Howey, e la sua trilogia del Silo. WOOL: Cosa faresti se il mondo fuori fosse letale e l’aria che respiri potesse uccidere? Se vivessi in un luogo dove ogni nascita richiede una morte e le tue scelte possono salvare vite o distruggerle? Questo è il mondo di Wool. In un futuro apocalittico, in un paesaggio devastato e tossico, una comunità sopravvive rinchiusa in un gigantesco silo sotterraneo. Lì, uomini e donne vivono prigionieri in una società piena di regole che dovrebbero servire a proteggerli. Il rispetto delle leggi è affidato allo sceriffo Holston, un uomo lucido e malinconico che vive nel ricordo della moglie scomparsa. Dopo anni di servizio integerrimo, un giorno, a sorpresa, rompe inaspettatamente il più grande di tutti tabù e chiede di uscire, di andare fuori, incontro alla morte. La sua fatidica decisione scatena una serie di terribili eventi. A sostituirlo è nominato un candidato improbabile, un tecnico specializzato del reparto macchine: Juliette. Ora che il silo è affidato a lei, imparerà presto a sue spese quanto il suo mondo è malato.
SHIFT: Claustrofobico e inquietante, Shift si immerge sempre più nelle profondità dei silos, guidandoci fino alle loro origini. In un susseguirsi di rivelazioni, le domande di Wool trovano qui una risposta. O meglio, una delle tante possibili.
DUST: Cosa faresti se il destino di tutte le persone che ami fosse nelle tue mani? Se le tue scelte potessero salvare o condannare a morte l’umanità intera? La storia del Silo finisce così, con il ritorno alla polvere. Dust, polvere: quella che cade sugli operai del reparto meccanica mentre scavano un passaggio tra un silo e l’altro. Quella che ricopre una misteriosa macchina, abbandonata durante la costruzione dell’intera struttura. Quella che si accumula all’esterno, sotto un cielo reso feroce dall’aria tossica. In un mondo asfittico, basato su segreti e bugie, qualcuno ha scoperto la verità. E ha intenzione di raccontarla.

Wool. Trilogia del Silo di Hugh Howey (Vol. 1)

Percorso di lettura il genere distopico post apocalittico WOOL Trilogia del silo di Hugh Howey rassegna di romanzi distopici post-apocalittici

Shift. Trilogia del Silo di Hugh Howey (Vol. 2)

Percorso di lettura il genere distopico post apocalittico SHIFT Trilogia del silo di Hugh Howey rassegna di romanzi distopici post-apocalittici

Dust. Trilogia del Silo di Hugh Howey (Vol. 3)

Percorso di lettura il genere distopico post apocalittico DUST Trilogia del silo di Hugh Howey rassegna di romanzi distopici post-apocalittici

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L’EPIDEMIA  (Stålsprånget 1968) di Per Wahlöö

L'epidemia

Tra i romanzi post-apocalittici socio-ecologici, troviamo L’Epidemia, di Per Wahlöö, un inquietante ritorno a casa… con sorpresa. Un intervento chirurgico ha trattenuto Jensen all’estero per ben tre mesi. Ora che potrebbe tornare a casa, però, glielo impediscono le condizioni sanitarie e politiche dello Stato: si è diffusa un’epidemia inspiegabile e fatale; dopo aver tentato invano di arginarla, il governo è fuggito. Da un Paese confinante, alcuni ministri chiedono a Jensen di indagare le cause del contagio, e il commissario si ritrova a dover affrontare una sorta di apocalisse: la mancanza di cibo, acqua ed elettricità ha abbrutito la popolazione, i sopravvissuti si barricano in casa, le strade sono pattugliate da ambulanze a caccia d’infetti. Jensen ha tre giorni per risolvere il caso; tre giorni per capire che il virus piú letale si annida, sempre, nel cuore umano.

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STAZIONE UNDICI (Station Eleven, 2014) di Emily St. John Mandel

Stazione undici di Emily St. John Mandel

Kirsten Raymonde non ha mai dimenticato la sera in cui Arthur Leander, famoso attore di Hollywood, ebbe un attacco di cuore sul palco durante una rappresentazione di Re Lear. Fu la sera in cui una devastante epidemia di influenza colpì la città, e nel giro di poche settimane la società, così com’era, non esisteva più. Vent’anni più tardi Kirsten si sposta tra gli accampamenti sparsi in questo nuovo mondo con un piccolo gruppo di attori e musicisti. Tra loro si chiamano Orchestra Sinfonica Itinerante e si dedicano a mantenere vivo ciò che resta dell’arte e dell’umanità. Ma quando arrivano a St. Deborah by the Water si trovano di fronte un profeta violento che minaccia l’esistenza stessa di questo piccolo gruppo. E man mano che gli eventi precipitano, in un continuo viaggiare avanti e indietro nel tempo, mostrando com’era la vita e com’è dopo la grande epidemia, ecco che l’imprevedibile evento che unisce tutti i personaggi viene rivelato. Riuscirà a quel punto l’umanità a sconfiggere i suoi fantasmi e conquistare un nuovo futuro?

Dal romanzo è stata tratta l’omonima serie televisiva statunitense, trasmessa su HBO Max il 16 dicembre 2021.

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ROMANZI POST-APOCALITTICI

SOCIO-ECOLOGICI

ATTUALMENTE FUORI CATALOGO

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PIU’ VERDE DEL PREVISTO (Greener than you think, 1947) di Ward Moore

(URANIA 875/1981)

Piu verde del previsto

Come accadeva nel post-atomico, di romanzi post-apocalittici socio-ecologici ce ne sarebbero moltissimi, ne riportiamo alcuni di quelli che, per un motivo o per un altro sono (speriamo solo attualmente) fuori catalogo. Tra questi, il primo, pubblicato nel 1981 su Urania Greener than you think, di Ward Moore. Nel 1957 John Christopher prospettò in “Morte dell’erba” la catastrofica ipotesi della fine dell’umanità per mancanza di verde, e il suo romanzo divenne subito ed è ancora una specie di Bibbia per gli ecologi di tutto il mondo. Ma tra gli stessi ecologi, da qualche tempo, si va facendo strada un terrore opposto. Nelle zone di più denso inquinamento – è stato notato – molte specie vegetali scompaiono, ma altre invece si trasformano, mostrando una tendenza a proliferare mostruosamente e inarrestabilmente… Che avesse ragione Ward Moore? Questo suo Più verde del previsto è del 1947 e finora era stato ignorato perché troppo in contrasto con la dominante ideologia dei “punti verdi“. Ma oggi?

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IL DIO SOLE (Thy Blood Like Milk, 1973) Racconto lungo di Ian Watson

CRONOMACCHINA MOLTO LENTA

Tra le fila dei romanzi post-apocalittici socio-ecologici questo non risulta, perché in realtà si tratta di un racconto lungo di Ian Watson del 1973. In un futuro post-apocalittico, dove gli esseri umani sono costretti sotto cupole di vetro per difendersi da un’atmosfera tossica creata dall’inquinamento ed il sole non si scorge mai, alcuni devoti del culto del dio azteco del sole corrono sulle autostrade desolate in cerca di sacrifici…
Il racconto è compreso nella raccolta monografica di racconti CRONOMACCHINA MOLTO LENTA (URANIA 838/1980)

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