Con l’uscita nelle sale cinematografiche dell’ultimo capitolo di “Mad Max” ed a ridosso dell’uscita su Urania Collezione de “l’ultima spiaggia di Nevil Shute”, abbiamo deciso di dedicare questo percorso di lettura ad uno dei sottogeneri in voga degli ultimi anni: il post-apocalittico.
Come molti sanno, ed altri meno, il post-apocalittico, può essere un sottogenere del fantasy o dell’horror, ma solitamente lo si ritrova come sottogenere della fantascienza (in quanto molto spesso vien rappresentato nel futuro e può denunciare il pericolo derivante dall’impiego di armi nucleari, di ricerche o impiego di armi batteriologiche, chimiche, o di altro genere infestante, e via di questo passo).
Ciò che contraddistingue il sottogenere post-apocalittico, come ben s’intuisce dal nome, è di essere ambientato in un mondo o in un epoca colpiti da una catastrofe di proporzioni globali o universali che ha cancellato completamente o parzialmente la civiltà così come la conosciamo (o la conoscevano gli autori all’epoca in cui li hanno scritti) e la popolazione, lasciando ai pochi sopravvissuti l’onere di continuare a sopravvivere alle ripercussioni di tale evento distruttivo e, in alcuni casi, di ricostruire una nuova civiltà dalle ceneri di quella vecchia.
Il teatro degli eventi in questione, solitamente è un mondo ostile che, a seconda del caso, può avere gettato la civiltà in una sorta di medioevo tecnologico e sociale dominato dalla barbarie nel quale i sopravvissuti alla catastrofe devono continuare lottare con predoni o con gli sgherri di signorotti locali per continuare a “sopravvivere”, oppure essere addirittura la storia dell’ultimo sopravvissuto della razza umana ad un evento catastrofico.
La differenza tra il sottogenere “apocalittico” e quello “post-apocalittico” è determinato dal focus temporale degli eventi narrati, ovvero: il sottogenere “apocalittico” implica che la trama del romanzo sia focalizzata sulla la narrazione dello sviluppo dell’evento catastrofico e che dunque vi sia una parte in cui vengono narrati gli eventi precedenti e contemporanei al cataclisma, con tutte le tematiche che essi comportano (tra le quali anche la possibilità di fermare o contenere l’evento distruttivo); il sottogenere “post-apocalittico”, come già evidenziato, necessita invece che il romanzo narri vicende occorse dopo l’evento catastrofico, siano esse a distanza di pochi minuti che di millenni.
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Questo specifico articolo è il primo di 5 articoli che cercheranno di dare una visione il più ampia possibile di questo sottogenere. Gli articoli di questo percorso di lettura saranno:
- GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 1# ROMANZI POST-ATOMICI
- GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 2# POST-APOCALITTICI SOCIO-ECOLOGICI
- GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 3# POST-APOCALITTICI FILOSOFICO-ESISTENZIALI
- GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 4# HORROR POST-APOCALITTICI
- GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA 5# GLI ALBORI DEL POST-APOCALITTICO
I titoli delle opere sono ordinati in ordine cronologico di stesura (non di pubblicazione).
I ROMANZI POST-ATOMICI
Nel sottogenere post-apocalittico, un grande sviluppo ha avuto il filone dedicato ai romanzi post-atomici. Complice l’ombra inquietante gettata dall’impiego delle bombe all’idrogeno su Hiroshima e Nagasaki, e quella della seguente guerra fredda, appena passati gli anni ’40 vi si assiste ad un florilegio di opere di narrativa dedicate al terrificante mondo generato dall’esito di una guerra termonucleare globale. Sono queste le opere “post-atomiche”, nelle quali si prevede la presenza di protagonisti scampati al disastro grazie ai bunker anti-atomici che dagli anni ’50 del secolo scorso, grazie alla paura dilagante di un’improvvisa guerra atomica, erano sorti in quasi tutte le villette dei sobborghi degli Stati Uniti. Tali sopravvissuti si trovano loro malgrado a doversi misurare con le difficoltà che tale condizione pone loro innanzi: città e villaggi in rovina, desertificazione, radiazioni letali nell’aria, nell’acqua e nel suolo, mutazioni genetiche di flora, fauna (anche umana) ed ovviamente la condizione di sciacallaggio e barbarie che l’improvvisa cancellazione della civiltà e rarità delle risorse di prima necessità causano nei pochi superstiti della catastrofe.
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I TRASFIGURATI (The Chrysalids, 1955) di John Wyndham
Tra i primi romanzi post-atomici, troviamo The Chrysalids di John Wyndham del 1955. David Strorm è un ragazzo di Waknuk, una comunità ordinata, osservante delle leggi e timorata di Dio, che comprende circa un centinaio di case grandi e piccole ed è uno dei pochi villaggi sopravvissuti al disastro atomico che ha devastato la terra. Suo padre è il più ricco proprietario terriero del paese che amministra la legge temporale come magistrato e tiene il sermone in chiesa la domenica. David è vissuto sin dalla più tenera età nella convinzione che “Benedetta sia la Norma” e che soltanto “nella purezza stia la salvezza”, finché nella campagna attorno al paese, si imbatte in una piccola Mutante e scopre di essere lui stesso un Mutante capace di comunicare a distanza con altri otto ragazzi del villaggio e dei distretti vicini…
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H COME MILANO (1961) di Emilio De’ Rossignoli
Scoppia la bomba H a Milano, e il protagonista si ritrova incolume in una piazza Duomo ridotta a un ammasso di rovine, tra cui affiorano cadaveri e arti umani. Il problema ora sarà sopravvivere in un mondo di morte e mutazione (lo scoppio atomico sembra aver provocato orrende trasformazioni fisiche che rendono le persone simili a mostri) dove qualsiasi valore etico o morale ha lasciato posto al caos, alla violenza e alla lotta di tutti contro tutti. Incontrata Milva, decide di dividere con lei quest’avventura nel futuro. In una Milano postatomica dominata da cinismo e malinconia, attraverso gli occhi del protagonista ci muoviamo per il Politecnico, i giardini di Porta Venezia, il cimitero monumentale, i Navigli, incontrando immigrati in tanga e sciabola, uominitalpa, squadristi con il lanciafiamme, travestiti scotennatori, il bambino mangiauccellini… Una lunga e inquietante Odissea verso un finale inaspettato.
PARIA DEI CIELI (Pebble in the Sky, 1957) Isaac Asimov
Il secondo posto tra i primi romanzi post-atomici, lo occupa Pebble in the sky del prof. Asimov nel 1957. La Terra nell’anno 827 dell’Era Galattica: un mondo di diseredati, anzi di paria. Devastata dalle radiazioni ma abitata da una razza ostinata e indomita, l’antica culla dell’umanità sta per trasformarsi in un campo di battaglia. Le forze in gioco: l’alta gerarchia terrestre, decisa a congiurare contro il potere imperiale per restituire alla terra le antiche glorie; l’immenso Impero galattico, forte di duecento milioni di pianeti e che nessuno può sconfiggere; un pugno di terrestri leali all’impero, un archeologo, un’arma segreta e soprattutto Schwartz, l’uomo venuto dal passato. Saranno queste le pedine che, su un’immensa scacchiera, decideranno le sorti dell’umanità in un intreccio tipico del miglior Asimov. Una vicenda ambientata nell’universo delle Fondazioni, ma prima del crollo dell’Impero e quando Trantor governava al massimo dello splendore su tutto l’universo conosciuto.
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L’ULTIMA SPIAGGIA (On the Beach, 1957) di Nevil Shute
Non si può non citare, tra i romanzi post-atomici, il famoso On the Beach di Nevil Shute, sempre del 1957. La guerra atomica è durata solo trentasette giorni, ma sono bastati ad annientare tutto l’emisfero settentrionale e a condannare il resto del pianeta a un’inesorabile estinzione. Il sottomarino Scorpion corre silenzioso nelle profondità del mare, con al comando il capitano Dwight Towers, uomo tutto d’un pezzo che ha visto le sue certezze vacillare e sbriciolarsi assieme alla civiltà. Destinazione l’Australia, ultimo baluardo del genere umano. Insieme agli ultimi sopravvissuti il capitano Towers affronterà l’inevitabile in un romanzo corale dai toni foschi e disillusi:mentre la mortale nube radioattiva si fa sempre più vicina, l’autore orchestra un impeccabile ultimo requiem per l’umanità.
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CRONACHE DEL DOPOBOMBA
(Dr. Bloodmoney, or How We Got Along After the Bomb, 1963) di Philip K. Dick
Non può mancare poi, in una rassegna di romanzi post-atomici, una delle voci più importanti del panorama fantascientifico del dopobomba, Philip K. Dick, che nel 1963 scrive How We Got Along After The Bomb.
Berkeley, 1981. La popolazione attende la partenza del primo uomo che colonizzerà Marte, Walt Dangerfield, e si riunisce davanti alle vetrine della Modern TV, dove lavora il focomelico Hoppy Harrington, per assistere al lancio. Nell’edificio di fronte il dottor Stockstill, psichiatra, incontra un nuovo paziente, l’uomo più odiato del pianeta: Bruno Bluthgeld, il fisico che nel 1972 sbagliò i calcoli di un esperimento nucleare causando la Catastrofe. Una giornata quasi ordinaria, ma mentre Dangerfield esce dall’atmosfera, sulla Bay Area iniziano a cadere le bombe. Sette anni dopo nella Marin County si è formata una piccola comunità di superstiti: la gente qui è ancora abbastanza normale, se si eccettua la ragazzina con il fratello gemello che le cresce dentro e le parla; un’economia di sussistenza permette a tutti di sopravvivere; e Hoppy riesce ad aggiustare quasi tutto. In più, dal suo satellite in orbita Dangerfield trasmette musica e legge libri via radio. Una nuova stirpe agli albori si sta innestando sulle ceneri di una civiltà decadente ormai estinta, tra animali mutanti, geni folli e nuovi dèi. Saprà ridare speranza all’umanità?
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LA PENULTIMA VERITA’ (The Penultimate Truth 1964) di Philip K. Dick
Continuando Philip K. Dick, tra i suoi romanzi post-atomici troviamo The Penultimate Truth, del 1964. Cosa accadrebbe se si scoprisse che quanto si conosce del mondo non fosse altro che una menzogna? In un futuro nel quale la Terra è stata devastata da una guerra nucleare, le città distrutte e ridotte a lande selvagge e radioattive, troppo pericolose per la vita umana, gli abitanti sono stati trasferiti nel sottosuolo, dove si affannano in formicai industriali e ricevono ordini da un presidente che sembra non invecchiare mai. Nicholas St. James, come ogni cittadino, crede a ogni parola del suo leader. Ma tutto cambia per lui quando risale in superficie, dove ciò che trova è più scioccante di qualsiasi realtà avesse mai potuto immaginare.
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UN RAGAZZO E IL SUO CANE (A Boy and His Dog, 1969) racconto di Harlan Ellison.
Tra le fila dei romanzi post-atomici questo non risulta, perché in realtà si tratta di un racconto di Harlan Ellison del 1969. Nel 2024 un ragazzo di quindici anni di nome Vic sopravvissuto ad una guerra nucleare grazie all’aiuto del suo cane telepatico Blood, affronta sbandati e bande di ragazzi per procacciarsi cibo, donne e armi con la violenza.
In Italia il racconto è pubblicato nell’antologia di autori vari Storie del pianeta azzurro a cura di Sandro Pergameno edita nel 1987 dall’Editrice Nord e successivamente nella raccolta di racconti di Harlan Ellison Visioni a cura di Franco Forte edita nel 2021 da Mondadori.
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DEUS IRAE (1976) di Philip K. Dick e Roger Zelazny
Tra i romanzi post-atomici ritroviamo anche una straordinaria collaborazione, che vede fianco a fianco due grandissimi autori: Philip K. Dick e Roger Zelazny, che incrociano le loro penne nel 1976 per dare vita al romanzo Deus Irae. Dopo la catastrofe che ha messo fine alla terza guerra mondiale, due Chiese si disputano i pochi sopravvissuti e i loro discendenti, flagellati dalle mutazioni. Una delle Chiese, quasi una proiezione del Vecchio Testamento, venera “Deus Irae”, il dio della collera, colui che ha causato nel mondo l’orrore atomico. Un Michelangelo senza braccia né gambe, Tibor McMasters, viene incaricato di realizzare il suo ritratto per rianimare la fede dei seguaci. Dovrà intraprendere un viaggio alla sua ricerca, attraverso una terra devastata e popolata di esseri bizzarri e mortali: insetti giganti, robot megalomani, sfingi-sirene elettroniche che cercano di attirare gli umani in un bagno d’acido, e poi la minaccia rappresentata dalla Chiesa rivale… Frutto della collaborazione tra due grandi della letteratura fantastica, pubblicato nel 1976 e scritto in un periodo di dodici anni, “Deus Irae” è una commistione di luoghi e personaggi eccentrici ed eterogenei che nascono dalla forza visionaria dei due autori.
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METRO 2033 (Метро 2033, 2002) di Dmitry Gluchowsky
Ed arriviamo ai romanzi post-atomici visti da autori dei giorni nostri, con Metro 2033 di Dmitry Gluchowsky del 2002. L’anno è il 2033. Il mondo è ridotto ad un cumulo di macerie. L’umanità è vicina all’estinzione. Le città mezze distrutte sono diventate inagibili a causa delle radiazioni. Al di fuori dei loro confini, si dice, solo deserti e foreste bruciate. I sopravvissuti ancora narrano la passata grandezza dell’umanità. Ma gli ultimi barlumi della civiltà fanno già parte di una memoria lontana, a cavallo tra realtà e mito. Più di vent’anni sono passati dall’ultimo decollo di un aeroplano. I binari ferroviari, abbandonati, portano verso il nulla. L’etere è spento e laddove prima suonavano le frequenze delle maggiori radio mondiali, da Tokyo a New York fino a Buenos Aires, ora regna solo il silenzio. L’uomo è stato sostituito da altre forme di vita, mutate dalle radiazioni e più idonee a vivere nella nuova arida terra. Il tempo dell’uomo è finito. Poche migliaia di esseri umani sopravvivono ignorando il destino degli altri. Vivono nella metropolitana di Mosca, la più grande del mondo. È l’ultimo rifugio dell’umanità. Le stazioni sono diventate dei piccoli stati, la gente riunita sotto idee, religioni, filtri dell’acqua o semplicemente per difendersi. È un mondo senza domani, senza spazio per sogni, piani e speranze. I sentimenti hanno lasciato spazio all’istinto di sopravvivenza, ad ogni costo. Vdnkh è la stazione più a nord, una volta la più bella e più grande. Oggi la più sicura. Ma oggi una nuova minaccia si affaccia all’orizzonte. Artyom, un giovane abitante di Vdnkh, è il prescelto per addentrarsi nel cuore della metro, fino alla leggendaria Polis, per avvisare tutti dell’imminente pericolo e ottenere aiuto. È lui ad avere le chiavi del futuro nelle sue mani, dell’intera metro e probabilmente dell’intera umanità.
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METRO 2034 (Метро 2033, 2009) di Dmitry Gluchowsky
Dopo Metro 2033, Dmitry Gluchowsky nel 2009 scrive un seguito, ovvero Metro 2034, dando vita ad una serie di romanzi post-atomici di altri autori ispirati alle sue opere chiamati “Metro Universe”. in una Mosca post apocalittica in rovina, dove radiazioni e chimere create geneticamente hanno reso la superficie completamente inabitabile dagli esseri umani. Più profondo e filosofico rispetto al primo capitolo, Metro 2034 è stato definito “un noir post atomico” unico nel suo genere, in cui molti dei personaggi già centrali in Metro 2033, vengono meglio definiti nel carattere con l’aggiunta di una nuova giovane eroina adolescente, attraverso cui Glukhovsky introdurrrà per la prima volta il tema dell’amore. Metro 2034 è una storia di scelte. Scelte tra il bene e il male, tra il fine e mezzi, tra amore e dovere, tra mali minori e maggiori. Sono decisioni che possono cambiare la vita di una persona e sulle quali poggia il destino del genere umano… solo l’amore, la speranza e la fede possono far sopravvivere gli uomini in un mondo senza speranza per il domani.
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LE RADICI DEL CIELO. METRO 2033 UNIVERSE (2013) di Tullio Avoledo
Una delle versioni italiane di romanzi post-atomici ispirati alle opere di Dmitry Gluchowsky chiamati “Metro Universe” lo scrive Tullio Avoled nel 2013 con il titolo di “Le Radici del cielo”. “Le Radici del Cielo” ha inizio a Roma nel 2033, una città ormai morta fatta solo di rovine. I suoi abitanti non sembrano ormai avere più niente di umano. Alla periferia di Roma vivono i resti della Chiesa cattolica. Nelle catacombe di San Callisto vivono un centinaio di persone dello Stato Vaticano in una situazione di confusione e perdizione. Il papa è infatti morto e il potere sembra ormai prendere quasi del tutto verso la parte laica di questa comunità. La famiglia Morii sembra infatti essere vicina alla piena detenzione del potere, una famiglia spietata e senza scrupoli…
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VERSO LA LUCE. METRO 2033 UNIVERSE (2012) di Andrey Dyakow
Uno tra i moltissimi racconti e romanzi romanzi post-atomici del “Metro Universe”, ispirati alle opere di Dmitry Gluchowsky, pubblicati in Italia è Verso la luce del russo Andrey Dyakov del 2012.
Un ragazzo orfano vive una vita miserabile in una stazione piccola e poco importante nella metropolitana di San Pietroburgo. Con i suoi genitori morti da tempo non c’è nessuno a prendersi cura di lui o a proteggerlo dal male, fino al momento in cui un vecchio stalker veterano logorato da mille battaglie, che studiava le radiazioni non lo adotta come apprendista. Lo stalker parte per un pericoloso viaggio verso un vecchio faro fuori dalla città, spento e morto da decenni, che ora splende di nuovo, alcuni dicono che è il segno di una spedizione di soccorso da terre lontane, altri credono che sia una trappola…
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PITER. METRO 2033 UNIVERSE (2012) di Shimun Vrochek
Altro romanzo post-atomico del “Metro Universe”, ispirato alle opere di Dmitry Gluchowsky, pubblicati in Italia è Piter del russo Shimun Vrochek anch’esso del 2012.
La vita esiste ancora nei tunnel della metropolitana di San Pietroburgo ma è ancora più dura che nella metropolitana di Mosca, a causa delle lotte per il potere tra le diverse fazioni e per le creature senza nome che infestano i canali allagati. Poche ore prima del matrimonio tanto atteso Ivan perde la sua sposa, la sua stazione e la sua speranza per un futuro migliore e presto dovrà dare tutto quello che ha semplicemente per sopravvivere. La sete di vendetta e di verità lo spingeranno a esplorare il sistema mistico e misterioso della metro di San Pietroburgo per trovare coloro che hanno rovinato la sua vita e farsi giustizia da solo…
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LA CROCIATA DEI BAMBINI. METRO 2033 UNIVERSE (2014) di Tullio Avoledo
Avoledo realizza, nel 2014, un altro titolo ispirato alle opere di Dmitry Gluchowsky ovvero: “La crociata dei bambini” seguito de “Le radici del cielo”. John Daniels, il sacerdote già protagonista de “Le radici del cielo”, dovrà cercare, fra le comunità che popolano la metro milanese, nuovi alleati per la sua crociata contro il Male: dai Bambini Sperduti di Bonola ai sorprendenti Chinos, ai primitivi Alberti, fino all’alleanza più strana e difficile da ottenere, quella con le Creature delle Tenebre che presidiano il Duomo, trasformato in qualcosa che sfida la ragione umana. Il viaggio di padre Daniels e dei combattenti che riuscirà a reclutare lungo la strada non finisce nei tunnel sotterranei ma punta al cuore stesso del Male, alla Stazione Centrale trasformata in sinistra fortezza, dove i Figli dell’Ira hanno il loro quartier generale e avverrà la drammatica resa dei conti finale. Personaggi come i due esploratori Daniela e Vagante, il soldato Sergio Crismani e il rabbino Samuel rimarranno impressi, con le loro storie e il loro coraggio, nella memoria dei lettori, così come il misterioso “Monaco” che ha seguito – o forse ha portato – John Daniels tra le rovine di Milano.
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METRO 2035 (Метро 2035, 2017) di Dmitry Gluchowsky
Nel 2017, a otto anni di distanza dal primo sequel (Metro 2034), Dmitry Gluchowsky scrive un seguito, ovvero Metro 2035. Da quando una guerra nucleare ha devastato la terra, gli ultimi moscoviti hanno cercato di sopravvivere costruendo una nuova civiltà nelle profondità della vecchia rete della metropolitana. Questa presunta sicurezza, però, si dimostra presto ingannevole: infatti, due anni dopo essere stati salvati da Artyom, gli abitanti sono minacciati da epidemie che mettono a rischio l’approvvigionamento di cibo e da conflitti ideologici sempre più gravi. L’unica salvezza pare risiedere in un ritorno in superficie: ma questo è ancora possibile? Contro ogni logica, Artyom tenta un viaggio senza speranza apparente verso un mondo il cui silenzio misterioso nasconde un terribile segreto…
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ROMANZI POST-ATOMICI PER RAGAZZI
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CONAN IL RAGAZZO DEL FUTURO (The Incredible Tide 1970, traduzione letterale l’incredibile marea) di Alexander Key.
Anche la narrativa per ragazzi vuole la sua parte di romanzi post-atomici, a cominciare da “The Incredible Tide” di Alexander Key del 1970, da cui è stato tratto l’indimenticabile un anime televisivo di 26 episodi, conosciuto in Italia come “Conan, il ragazzo del futuro“, diretto da Hayao Miyazaki.
In un futuro non troppo remoto, una guerra planetaria ha causato un cataclisma e la civiltà è stata quasi del tutto spazzata via da inondazioni e maremoti, e come conseguenza le acque degli oceani si sono innalzate fino a sommergere i continenti. In un mondo in cui le sole terre emerse sono quelle che un tempo erano vette e altipiani, i pochi sopravvissuti cercano così di riorganizzarsi e di riprendere i contatti coi loro simili. Il giovanissimo Conan, rimasto solo su una minuscola isola perduta nell’immenso oceano, è destinato a giocare un ruolo chiave per la rinascita della civiltà umana. Inizia cosi la sua appassionante avventura, alla ricerca della dolce Lanna e di suo nonno, un luminare della scienza braccato dagli emissari della grigia città di Industria, che sembrano non aver imparato nulla dal cataclisma. Intanto, là in mezzo al mare, la verde isola di High Harbor è pronta ad accogliere a braccia aperte chiunque desideri far ritorno alla vita semplice di un tempo, abbandonando le armi, la tecnologia inquinante e l’egoismo.
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LA CITTA’ DI EMBER (The City of Ember, 2003) di Jeanne DuPrau
Tra i romanzi post-atomici per ragazzi troviamo The City of Ember di Jeanne DuPrau del 2003, romanzo portato sul grande schermo con il titolo Ember – Il mistero della città di luce (City of Ember) nel 2008, diretto da Gil Kenan, con interpreti Saoirse Ronan, Harry Treadaway, Bill Murray e Tim Robbins. Lina Mayfleet e Doon Harrow hanno dodici anni e sono sempre vissuti così, sotto le luci giallastre dei fanali. Ci sono colori che conoscono solo per sentito dire, come il verde e il blu. Il mondo grigiastro e artificiale di Ember è il solo possibile per loro. Ma Lina scopre un’antica pergamena quasi illeggibile che sembra dare indicazioni su come abbandonare la città. Allora oltre il buio c’è qualcosa? Forse un altro mondo? E come sarà? Toccherà a Lina e Doon decifrare il messaggio che arriva dal passato e scoprirne il significato, prima che la luce svanisca per sempre…
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GENTE DI SPARKS (The People of Sparks, 2004) di Jeanne DuPrau
Tra i romanzi post-atomici per ragazzi scritti dalla DuPrau troviamo anche il seguito di The City of Ember, ovvero “People of Sparks”, del 2004. “Qui è verde e grandissimo. La luce viene dal cielo.” È il messaggio che Lina e Doon, fuggiti in avanscoperta da Ember che sta per finire i suoi giorni, hanno scritto ai loro concittadini, esortandoli a raggiungerli all’aperto. Dove li accoglie un mondo meraviglioso, fatto di luce e colori, con molte sorprese: il sole è bellissimo, ma brucia la pelle pallida degli Emberiti. L’erba è ricca e saporita, ma piena di insetti. E ci sono altre persone con cui confrontarsi e scontrarsi…”
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MEMENTO. I SOPRAVVISSUTI (Pure, 2012) di Julianna Baggott
Tra i romanzi post-atomici per ragazzi troviamo infine Pure di Julianna Baggott del 2012. Un grande boato, il sole che emana la luce e il calore di tre stelle sovrapposte, e il mondo svanisce, spazzato via dal fuoco. È il giorno delle Detonazioni, il giorno in cui l’umanità si divide in due: da un lato i Puri che, rifugiatisi nella Sfera, sono privi di deformazioni o cicatrici sul corpo; dall’altro i Sopravvissuti che, coi loro corpi deformi, fusi con gli oggetti più disparati, si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della terra esplosa. Pressia aveva sette anni quando le Detonazioni le regalarono una bambola al posto di una mano. Ora ha quasi sedici anni e la bambola è divenuta parte di lei. Tuttavia, nel magazzino sul retro di un negozio di barbiere dove vive con suo nonno, Pressia pensa a volte che sarebbe bello essere Puri, cancellare le cicatrici, vivere in quella Sfera da dove qualche settimana dopo le Detonazioni lasciarono cadere sulla terra devastata un messaggio che diceva: “Sappiamo che siete li, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi, in pace”. Invece Pressia deve ora guardarsi dall’ORS, il cui acronimo significava Operazione Ricerca e Salvataggio, e aveva l’obiettivo di ripristinare le unità mediche, redigere liste dei morti e dei sopravvissuti e poi formare una piccola milizia per mantenere l’ordine. Trasformata in Operazione Rivoluzione Sacra, L’ORS governa infatti col terrore e arruola tutti i sedicenni con lo scopo di abbattere, un giorno, la Sfera.
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ROMANZI POST-ATOMICI ATTUALMENTE FUORI CATALOGO
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IL LUNGO SILENZIO (The long loud silence, 1952) di Wilson Tucker
(URANIA COLLEZIONE 104/2011)
Di romanzi post-atomici ce ne sarebbero moltissimi, ne riportiamo alcuni di quelli che, per un motivo o per un altro sono (speriamo solo attualmente) fuori catalogo. Tra questi, il primo, ripubblicato nel 2011 su Urania The long loud silence, di Wilson Tucker del 1952.
“Gary scivolava nell’oscurità lungo la riva e aspettava il rumore dell’esplosione, il colpo penetrante di una carabina. Che insensata quella vecchia a pensare di poter sgattaiolare attraverso il ponte, l’altra estremità era sorvegliata dalle truppe con i fari a raggi infrarossi e i cannocchiali montati sulle carabine.” E’ l’inizio della spaventosa cronaca di guerra futura di cui è protagonista il soldato Russell Gary: un uomo che ha la sola colpa di essersi ubriacato prima che si scatenasse l’inferno. Per di più sulla riva “sbagliata” del fiume. The Long Loud Silence è il romanzo più celebre di Wilson Tucker. Lo presentiamo nella versione appositamente ampliata e aggiornata dell’autore e con la prima stesura inedita della conclusione, mai apparsa nelle edizioni americane.
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LIVELLO 7 (Level 7, 1959) di Mordecai Roshwald
(URANIA COLLEZIONE 10/2007) – (URANIA Capolavori 504/1968) – (URANIA 221/1960)
Tra le fila dei romanzi post-atomici ripubblicati da Urania più e più volte si deve includere necessariamente Level 7, di Mordecai Roshwald del 1959. L’uomo che deve schiacciare i pulsanti della morte, l’Ufficiale X-127, è asserragliato con altri duecentocinquanta “superstiti scelti” nell’ultimo avamposto dell’umanità, un bunker a prova di detonazione nucleare nelle viscere della Terra. Sopra le loro teste sta per scoppiare la guerra più breve e apocalittica di tutti i tempi, quello che non sanno è che il loro stesso sistema presenta una falla terminale. Se le radiazioni faranno piazza pulita dell’America, il rifugio sotterraneo resisterà all’ultima beffa della morte? Forse no. Forse l’incubo comincerà quando tutto sembrerà finito!
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ADDIO BABILONIA (Alas, Babylon, 1959) di Pat Frank
(URANIA COLLEZIONE 8/2010)
Tra i romanzi post-atomici più intensi, nello stesso anno in cui Tucker, troviamo Alas, Babylon, di Pat Frank. “Guai, guai immensa Babilonia, possente città: in un’ora solo è giunta la tua condanna!” Così la Bibbia, al capitolo 18,10 dell’Apocalisse. Quando Randy Braggs, in un giorno come tanti altri, riceve dal fratello un messaggio contenente la fatidica allusione, capisce immediatamente la gravità del problema. Perché il fratello lavora per il controspionaggio e Babilonia non rappresenta solo una città ma una condizione del vivere umano, l’orgoglio stesso della civiltà. Non è un caso che i militari l’abbiano scelta per il loro codice: Alas, Babylon significa semplicemente che sta per scoppiare la prima guerra totale.
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UN CANTICO PER LEIBOWITZ (A Canticle for Leibowitz, 1959) di Walter M. Miller
(URANIA CLASSICI 11/1986) – (URANIA COLLEZIONE 1/2010)
E come dimenticare tra i romanzi post-atomici ripubblicati da Urania più e più volte, l’indimenticabile A Canticle for Leibowitz, sempre del 1959…? Seicento anni sono trascorsi dalla guerra apocalittica che ha inferto un colpo mortale alla civiltà umana, e i superstiti si sforzano di mantenere una parvenza d’ordine in un mondo tornato a una barbarie premedievale. Eppure, nelle terre desolate dove regnano mutanti e onnipresenti poiane, esistono ancora oasi di relativa pace come l’abbazia del Beato Leibowitz, dove umili frati costudiscono e riproducono documenti ormai incomprensibili del passato scientifico. E partendo dalla umanissima vicenda di frate Francis, scopritore di una reliquia del Beato Leibowitz, la nuova storia del genere umano inizia la sua ricostruzione, attraverso un secondo rinascimento e fino a una nuova era moderna, in un romanzo davvero unico nel suo genere che ha conquistato uno dei più meritati premi Hugo nel 1961.
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QUANTO BASTA (1989) Marco Belpoliti
E nel 1989 tra i romanzi post-atomici torniamo a parlare di italiani con Quanto Basta, di Marco Belpoliti. Adamo Vir, addetto alle pulizie di un osservatorio meteorologico isolato, sopravvive alla guerra nucleare per essersi appisolato in una sorta di bunker antiatomico. Raccimolando i pezzi dell’umanità distrutta e del sapere perduto, Adamo Vir si interroga sui dilemmi umani più antichi…
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