Tempo fuor di sesto

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«“Qualcuno può in buona fede immaginare” fece Lowery “che lei indovini la risposta esatta tutti i santi giorni? È ridicolo. Le probabilità sono al di là del calcolabile. O quasi. Ebbene sì, le abbiamo calcolate. Un pallottoliere che arriva fino a Betelgeuse.”
“Che cos’è Betelgeuse?”
“Una stella lontanissima. Era una metafora. In ogni caso, sappiamo che non si tratta di indovinare… A parte la fase finale, forse. Quando la scelta è tra due  tre caselle.”
“A quel punto lancio una monetina” ammise Ragle.
“Ma allora,” fece Lowery pensoso, stropicciandosi il mento e agitando il sigaro su e giù, “quando è questione di due o tre caselle su un migliaio e più, non ha importanza. Chiunque potrebbe indovinare, a quel punto.”
Ragle ne convenne.»

Tempo fuor di sesto di Philip K. Dick

Tempo fuor di sesto di Philip K. Dick: Il grande romanzo visionario e premonitore, in bilico tra Ucronia e Distopia, sull’enigma dell’Uomo del Gioco a Premi.

In una tranquilla cittadina americana degli anni Cinquanta vive Ragle Gumm, un bravo ragazzo che ogni giorno si impegna a vincere un concorso del quotidiano locale, cercando allegramente di sedurre la moglie del vicino. Ma il giovane sembra essere consapevole di un altro mondo e di un altro tempo, che cospirano contro di lui, e non si tratta di un semplice caso di paranoia. Ragle Gumm, in qualche modo, è al centro del mondo. Ma quale mondo? Scritto nel 1958 e pubblicato nel 1959, “Tempo fuor di sesto” è un romanzo esemplare degli anni Cinquanta e di quella società americana che dietro una facciata pulita e ben dipinta, nasconde invece misteri e ossessioni, violenza e timori. Il 1958 immaginato e descritto da Philip K. Dick si trasforma in qualcosa d’altro, giungendo fino a noi sotto forma di immaginario, di paesaggio simbolico, spinto da una potenza che rende tutt’oggi il romanzo una fertile sorgente di idee.

Introduzione di Carlo Pagetti. Postfazione di Francesca Guidotti.

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