Il fiume degli dei

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«Nei suoi tre anni di cacciatore di AI ribelli, il signor Nandha ha visto un buon numero dei cadaveri che costituiscono il risultato dello scontro fra intelligenze naturali e artificiali. Estrae la pistola e vede che la jemadar Sen sgrana gli occhi. È una pistola grossa e nera, pesante, e sembra sia stata creata all’inferno. Ha tutte le rotelline e gli aggeggi che servono a una Mano di Krishna, ha la mira automatica e la doppia modalità. la canna inferiore uccide la carne: proiettili esplosivi a bassa velocità. Un colpo in qualsiasi punto del corpo e l’effetto dell’esplosione è mortale. Non per niente Dum-Dum è un distretto di Kolkata. La canna superiore distrugge lo spirito. È una pistola a impulsi elettromagnetici: un googlewatt di energia sotto forma di un raggio di tre millisecondi. I chip proteici si carbonizzano. I processori quantici fanno la fine di Heisenberg. I nanotubi di carbonio si vaporizzano. È l’arma che uccide le AI ribelli. Guidata da giroscopi orientati da GPS e comandata da un avatar visuale di Indra, signore della pioggia e del fulmine, la pistola uccide sempre e non sbaglia mai.»

Il fiume degli dei di Ian McDonald

Il fiume degli dei di Ian McDonald: un grandioso ed estremamente realistico affresco cyberpunk dell’India futura; un romanzo corale tra misticismo, tecnologia, intrighi politici ed implicazioni sociali.

IL FIUME DEGLI DEI è il Gange, “che scorre dall’Himalaya al golfo del Bengala attraverso le pianure dell’India settentrionale. Dopo anni di siccità, nell’agosto 2047 la diga costruita illegalmente a Kunda Khadar è diventata il casus belli del conflitto tra l’India e uno degli stati confinanti. Nel frattempo, su un asteroide catturato dal campo gravitazionale terrestre viene trovato il messaggio inciso da un’intelligenza artificiale: e benché si tratti di un reperto più antico del sistema solare, contiene le immagini digitali delle tre persone che potranno decodificarlo, oggi…

Un romanzo di fantascienza con profonde radici nella società del futuro, una sorta di Tutti a Zanzibar dell’era informatica”. Christopher Priest , “The Guardian”.

La recensione

Premetto che, benché nella sua interezza possa trascendere il genere, presentando speculazioni politiche, sociali e filosofiche di spessore inusuale e di notevole valore, “il fiume degli dei” di Mc Donald rimane comunque un romanzo di fantascienza cyberpunk con tratti Hard Science Fiction in quanto gli elementi caratterizzanti tipiche del filone cyberpunk, quali i tecnicismi informatici ed espressioni gergali in hindi in cui si impatta nelle prime pagine, ne precludono l’attrattiva verso la più ampia fascia di lettori mainstream e possono dissuadere anche gli amanti della fanatscienza non particolarmente avvezzi allo stile cyberpunk, a proseguirne la lettura.

E questo, a mio perere, è un vero peccato, perché va detto che, sebbene impegnativo, “il fiume degli dei” è un romanzo che, nella sua complessa struttura architettata ed esposta magistralmente, racchiude il realismo narrativo, emotivo ed esistenziale proprio dei migliori romanzi di narrativa.

QUESTO LIBRO NON E’ ADATTO A CHI:

1 – “Per me la fantascienza è Asimov.”
2 – “Per me la fantascienza sono astronavi e battaglie spaziali.”
3 – “Leggo per divertimento e per rilassarmi.”
4 – “Mi devi tallonare con continui hook e colpi di scena chiari e in crescendo sin da pag. 1 se no perdo interesse.”
5 – “Non mi piace il cyberpunk: è troppo incasinato.”
6 – “Non mi piace il curry e l’India.”

…SEMPRE CON LE DOVUTE ECCEZIONI CHE CONFERMANO LE REGOLE.

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