«Le notti erano lunghe, in mare. E diventavano più lunghe quando si attaccavano pezzi di mattina, perché il pescato era insufficiente e si doveva fare alcuni bordi, battendo il remo, dietro i branchi di mormore e di orate.
Allra il Giga si metteva a rovistare da poppa a prua, sollevando i paglioli, spostando nasse, reti, buglioli, in cerca di scglie, frammenti di pesce secco.
Poi, con il suo prezioso bottino, si isolava sulla coperta di poppa…
Un odore aspro s’allungava sul gozzo e sul mare, un colore violassero che prendeva consistenza, disegnando forma e sostanza d’acciuga».
Il salto dell’acciuga di Nico Orengo (compreso nell’ebook: “Figura gigante; Il salto dell’acciuga; Gli spiccioli di Montale: Requiem per un uliveto; di Nico Orengo”)
Figura gigante; Il salto dell’acciuga; Gli spiccioli di Montale: Requiem per un uliveto; di Nico Orengo: i tre libri più amati di Nico Orengo in un unico eBook ambientati nella sua Liguria di storie vecchie e nuove tra miti e realtà di montanari, finanzieri, contrabbandieri e acciugai…
Questo e-book che riunisce tre delle opere più amate: Figura gigante; Il salto dell’acciuga; Gli spiccioli di Montale: Requiem per un uliveto; di Nico Orengo è accompagnato da una prefazione di Paolo Mauri. Eccone un estratto:
«Nico Orengo è stato un grande flâneur letterario: gli piaceva passeggiare nelle storie, farsele raccontare e poi scriverle per raccontarle a sua volta agli altri, lasciandole cadere lí, con quell’aria svagata che hanno i pigri, sempre incerti se fare due passi oppure no. La Liguria nel tratto che va, grosso modo, da Sanremo alla Francia, è per Orengo una sorta di Terra Promessa: sta tra il desiderio mai sopito di riconquistarla e la memoria di una appartenenza lontana. Gli Orengo avevano lí le loro case, nella piana di Latte e alla Mortola, dunque proprio a due passi dalla frontiera. A Mortola c’era la villa Orengo venduta a metà Ottocento agli Hanbury che avrebbero creato il meraviglioso giardino botanico che porta il loro nome. In quei luoghi Nico aveva passato parte dell’infanzia e dell’adolescenza: tra fasce di ulivi e muri a secco, sullo sfondo di un mare meraviglioso e mutevole. Lí aveva frequentato le scuole elementari: passava per i campi ed entrava in classe dalla finestra, mentre la maestra stirava qualcosa sulla cattedra. Questa terra, con i suoi colori e la sua gente, entra in quasi tutti i racconti e romanzi di Orengo che la frequenta durante le vacanze e la visita e la rivisita col pensiero durante i lunghi mesi in cui vive a Torino, la città dove è nato. La sua scrittura è leggera e avvincente, piena dei colori della terra e del mare. Un flâneur curioso, lo scrittore Nico Orengo, a cui piace trafficare con i propri ricordi, che sono anche profumi e sapori forti che non si possono dimenticare».
Paolo Mauri
FIGURA GIGANTE
Nella Parigi della Belle Epoque c’è un via vai di nani, di giganti, di donne cannone, sono le attrazioni dei Padiglioni delle meraviglie. Fra loro c’è un gigante italiano della Val Stura. Si chiama Ugo Battista, è l’uomo più alto delle alpi marittime. Questa è la sua storia…
IL SALTO DELL’ACCIUGA
Nico Orengo va disegnando da anni una sua speciale geografia poetica che è al tempo stesso reale e fantastica, concreta e fiabesca. Un paese dell’anima, anche se è identificabile in quelle terre di Liguria tra Francia e Italia, dove il mare e le colline, le piante e le rocce, i fiumi e i boschi si confondono in una continua «dogana d’amore», come recita il titolo di uno dei suoi libri più fortunati.
Mario Rigoni Stern descrive efficacemente il libro Il salto dell’acciuga di Nico Orengo:
“Storie che s’intrecciano, antiche, vecchie, nuove; pescatori, donne, finanzieri, contrabbandieri di sale, acciugai… pagine dove paesi, montagne, strade, pesci, navigli, alberi, odori, valichi, rade, approdi hanno nomi precisi da molto tempo così che tutto appare vivo, gustato, cantato e concreto.. in tutto il libretto si sente il profumo dell’aglio rosa, del salso del mare, delle valli nascoste e della Olga, la rossa di capelli che passa nelle pagine come una cometa tra i picchi delle montagne.“
SPICCIOLI DI MONTALE: REQUIEM PER UN ULIVETO
Un tratto di mare al confine con la Francia, un uliveto che rischia di scomparire, lo strappo di un ricordo rubato.
Esistono libri lievi e penetranti come un pensiero. Cosí sono questi spiccioli di racconto, che accostando storie, memoria e desiderio arrivano a comporre un quadro intenso e sfumato, un acquarello di parole.
«Al centro sta una calunnia montaliana nei confronti di Cézanne, ai bordi la vicenda dell’ultimo disgraziato film di Stanlio e Ollio, Atollo K, girato a Nizza e preludio di un malinconico tramonto. Ma dietro a tutte c’è la storia dello scrittore innamorato di una geografia e preoccupato di non farcela, con le parole, a salvarla.»
Paolo Mauri
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