«Il vento soffiava forte, e la neve scendeva danzando nell’aria posandosi ovunque e da nessuna parte insieme, come se qualcuno avesse squarciato in cielo un sacco di cotone. I fiocchi si accumulavano lungo le vie ai piedi delle mura di cinta delle case, orlando di bianco le strade sporche di fango.
Passanti e portatori di palanchino sfidavano il vento e la neve, avanzando con fatica. La neve scendeva sempre più fitta imbiancando tutto il cielo e ricoprendo ogni cosa: la strada, i tetti dei palanchini sostenuti dai pali di bambù, gli ombrelli, i volti della gente. Il vento si prendeva gioco degli ombrelli piegandoli in ogni direzione e strappandoli di tanto in tanto dalle mani dei passanti. Insieme allo scricchiolio dei passi sulla neve, il suo ululare lugubre creava nell’aria una strana musica, che penetrava nelle orecchie dei passanti come un sinistro ammonimento: la bufera avvolgerà il mondo per lungo tempo ancora, sembrava dire, e la bellezza della primavera tarderà a tornare.
Si era già fatta sera, ma i lampioni non erano ancora stati accesi, così che il buio pian piano andava avvolgendo ogni cosa, lasciando sul selciato soltanto acqua e fango. L’aria era gelida. Un desiderio soltanto animava chi si trovava ancora sulla strada – quello di tornare al più presto al caldo fra le mura domestiche.
«Su, muoviti!»
Chi parlava era un ragazzo di diciotto anni, ombrello in una mano, l’altra che stringeva a sé il cappotto. Parlava rivolto all’indietro, col viso rotondo arrossato dal freddo, e un paio di occhiali dalla montatura dorata sul naso. Dietro di lui avanzava il fratello più piccolo: un ragazzo dalla stessa identica corporatura, vestito allo stesso modo. Questi era di poco più giovane del primo, e aveva il volto più smunto, sebbene i suoi occhi brillassero luminosi. «Siamo quasi arrivati, non c’è bisogno di correre… oggi sei stato davvero bravo durante le prove, il tuo inglese è scorrevole e naturale. La parte del dottor Livesey ti viene davvero bene». Trascinato dall’entusiasmo, il ragazzo più giovane aveva accelerato il passo per star dietro al fratello, finendo con l’insozzarsi l’orlo dei pantaloni di acqua e fango. «Non è per via dell’inglese, ma soltanto perché non ho paura di farmi avanti» disse Gao Juemin, il più grande, ridendo e aspettando che Juehui, il più piccolo, si mettesse al passo con lui.
«Tu non hai abbastanza coraggio, e senza coraggio il ruolo di Cane nero non può riuscir bene. Piuttosto, ieri avevi preparato la tua parte per bene, come mai oggi sul palco non sei riuscito a recitarla? Se non ci fosse stato il signor Zhu a suggerirti le battute, mi sa che non saresti nemmeno riuscito ad arrivare alla fine».
Juemin parlava con affetto, non c’era alcuna traccia di rimprovero nella sua voce. Il ragazzo più giovane si fece rosso in volto. «Non so perché» si affrettò a ribattere, «ma non appena salgo sul palcoscenico vado in confusione. Mi sento addosso gli occhi di tutti, ed ecco che allora mi viene da recitare la mia parte tutta d’un fiato…» Un colpo di vento tentò di portargli via l’ombrello dalle mani interrompendo la sua risposta a metà, e Juehui rinsaldò con forza la sua presa sul manico. Il vento si placò. Le strade nel frattempo si erano già tutte coperte di neve, e il loro manto bianco era pieno di impronte, le più fresche a scalzare il passo alle vecchie.»
Famiglia di Ba Jin. Atmosphere Libri. Edizione del Kindle (2018).
Famiglia di Jin Ba – il primo volume della Trilogia del Torrente, un grande affresco corale della prima modernità cinese
Protagonisti di questa saga sono i tre fratelli Gao, Juexin, Juemin e Juehui. Juemin, innamorato della giovane Qin, abbandona la propria casa per sfuggire al matrimonio imposto dal padre. Ciò finirà col mettere gli altri due fratelli l’uno contro l’altro, costringendoli a scegliere se rispettare l’autorità paterna o la libertà del fratello. A fare da contraltare ai fratelli Gao ci sono le figure tragiche di tre donne: Mei, Mingfeng, e Ruijue. Quest’ultima, felice nel suo matrimonio con Juexin, muore giovane di parto; Mei, rimasta vedova del marito, è ridotta a schiava della famiglia del marito. Mingfeng, la serva della famiglia Gao, sceglie il suicidio dopo aver scoperto che il capofamiglia la vuole dare in dono come concubina a un conoscente molto più vecchio di lei. Il suicidio di Mingfeng sconvolge Juehui che, pieno di rimorso, deciderà di abbandonare, una volta per tutte, la prigione della propria famiglia per ricominciare una nuova vita a Shanghai.
Anarchico ispirato dalle figure di Michail Bakunin e Pëtr Kropotkin, convinto esperantista e rivoluzionario figlio del Quattro Maggio cinese, Ba Jin (1904-2005) è considerato uno dei più importanti scrittori cinesi del Ventesimo secolo. Originario di Chengdu, trascorse la giovinezza fra Nanchino, Shanghai e Parigi, dove iniziò a scrivere romanzi. Famiglia (1933) è la sua opera più conosciuta: primo volume della Trilogia del Torrente, insieme alla Trilogia dell’Amore offre un grande affresco corale della prima modernità cinese. Ba Jin fu candidato negli anni Ottanta al Premio Nobel.
Rispondi