Coniglio Maledetto, i racconti inquietanti di Bora Chung nei quali le maledizioni dell’oppressione sociale e del conformismo vengono spezzate da una vendetta o una risata surreale
«“Gli oggetti destinati a una maledizione devono essere di bella, bellissima fattura,” diceva sempre mio nonno.
Che carina quella lampada! Rappresentava un coniglio, rannicchiato ai piedi di un albero. Il tronco era decisamente poco realistico, ma la bestiola era ritratta nei minimi dettagli: evidentemente l’artista lo aveva realizzato con tutta la dedizione di cui era stato capace. Neri erano gli occhi e le punte delle orecchie e della coda, mentre tutto il resto del corpo dell’animale era bianco immacolato. Le labbra rosa parevano così morbide e i peli così soffici, al punto che non sembravano nemmeno realizzati in legno. Quando si accendeva la luce, il corpo del coniglio risplendeva in tutto il suo candore e in quell’attimo era come se tornasse in vita: quasi lo vedevi rizzare le orecchie o aggrinzare il nasino. È normale che ogni oggetto abbia una storia. Figuriamoci questo che era stato concepito per una maledizione! Seduto sulla sua poltrona di fianco alla lampada, il nonno me l’ha raccontata chissà quante volte.
La lampada era stata progettata per un amico del nonno.
Il codice etico della nostra famiglia, che da generazioni si occupava della produzione di oggetti maledetti, non ammetteva che venissero realizzati per fini personali, né per maledizioni private.
Questo coniglio ha rappresentato di fatto l’unica eccezione.»
Coniglio Maledetto di Bora Chung. La tartaruga. Edizione del Kindle (2024).
Come bisogna reagire quando qualcuno ci confessa di «non aver mai letto un libro così?» E quanti libri meritano una definizione di rottura e originalità, arrivando a rappresentare qualcosa di unico in un panorama editoriale affollato? Su “Coniglio maledetto” di Bora Chung ci sono pochissimi dubbi: è un libro di questo tipo. Nell’arco di dieci racconti, riesce a creare mondi che spaziano dall’horror coreano alle fiabe russe, dalla fantascienza al romanticismo masochista, mescolando i generi per renderli quasi indistinguibili l’uno dall’altro, fino ad arrivare a chiudere quei mondi o a farli esplodere nelle maniere più inaspettate.
Per chi ama la scrittura di Angela Carter, Ottessa Moshfegh e Sayaka Murata, questa raccolta di racconti, già tradotta in 22 paesi, si presenta con una reputazione quasi magica: le sue favole surreali e agghiaccianti ci portano in un mondo in cui conformismo e oppressione sociale generano maledizioni da infrangere con nuove forme di vendetta e violenza, ma a volte anche con una risata surreale. La scrittura di Bora Chung ricorda la dolcezza delle fiabe di infanzia prima che ne scoprissimo i risvolti più oscuri e ci imbattessimo per la prima volta nel sangue delle principesse; ci ipnotizza con le tradizioni di un mondo antico o scomparso per portarci fuori dal tempo e dentro a un cosmo oscuro che fa paura, ma è anche pieno di una “malata bellezza”; e ci lascia storditi, come i personaggi delle sue storie, dai legami nascosti del nostro corpo, ineluttabilmente legato a questa vita. “Coniglio maledetto” è un libro che urla per essere letto fino a tarda notte e passato alla persona più vicina il giorno dopo.
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